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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Città della Pieve

Bimbo ucciso - Investigatori di nuovo nel casolare del delitto. Acquisiti foto, video e audio

La donna avrebbe inviato, subito dopo l'omicidio, immagini e video ad amici e parenti. La telefonata al padre del piccolo Alex

Katalin Bradacs ha adagiato il corpo del piccolo Alex sul nastro trasportato della cassa di un supermercato di Po’ Bandino, frazione tra Città della Pieve e Chiusi, chiedendo aiuto. Il piccolo, però, era già morto, colpito almeno sette volte con un coltello.

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La donna, 44 anni, ora in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato, mentre chiedeva aiuto aveva già inviato foto, video e audio che ritraevano, testimoniavano e rendevano noto il delitto a parenti e amici in Ungheria. Si tratta di file che gli investigatori diretti dal sostituto procuratore Manuela Comodi hanno rintracciato seguendo i numeri delle comunicazioni via cellulare. Immagini e video diffusi tramite social ad amici, parenti (come il primo figlio, 18enne, che poi avrebbe allarmato le autorità avendo visto l’immagine del fratellino morto) e che testimoniano il disagio della donna, così ome testimoniato dai servizi sociali ungherese che le avevano tolto il bimbo, affidandolo al padre, con diritto di visita due volte e sotto sorveglianza.

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Come la donna sia fuggita dall’Ungheria con il figlio è già oggetto di indagine delle autorità magiara. Tra gli elementi di prova c’è anche una telefonata (come riportato dai quotidiani locali) tra la donna e il padre del bimbo. Telefonata nella quale la donna chiede all’ex compagno di poter avere più giorni a disposizione con il figlio, affinché non si dimentichi di lei. L’uomo le dice che non spetta a lui, ma che è necessario che lei si curi prima. La 44enne, con un passato da ballerina nei night e nel mondo del porno, piange, si dispera, dicendo che così non lo vedrà per anni e il bimbo non si ricorderà di lei.

Nel frattempo la donna si trova in carcere, non ha parlato con il giudice per le indagini preliminari, ma ha incontrato il cappellano del carcere e lunedì avrà un colloquio con il suo legale, l’avvocato Enrico Renzoni (Città della Pieve, bimbo ucciso a coltellate: insulti e minacce all'avvocato. L'Ordine: "Assurde esternazioni forcaiole").

Gli investigatori, intanto, ieri sono tornati nel casolare dove la donna avrebbe ucciso il figlio, per poi cambiargli la maglietta, fotografarlo morente, e correre a chiedere aiuto. Nel casolare gli investigatori hanno cercato ulteriori tracce, forse la lama spezzata del coltello utilizzato per l’omicidio.

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