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Cronaca

Umbria, bimba nata morta: medico condannato a risarcire l'Ausl Umbria 2 per danno erariale

Il professionista dovrà versare all'azienda sanitaria la somma anticipata alla coppia che ha perso la figlia

Ginecologo condannato a risarcire l’Ausl Umbria 2 di 135mila euro per un errore nel seguire una gravidanza, conclusa con la morte del feto. La Corte dei conti ha stabilito che il medico dovrà risarcire l’Azienda sanitaria locale dopo che l’assicurazione aveva già pagato per l’errore medico i genitori della bimba morta.

La Procura contabile aveva citato in giudizio il medico a seguito della morte di una neonata per “condotta professionale negligente”. Secondo un perito di parte “il tragico evento era stato determinato da un precoce invecchiamento della placenta” che il medico, in qualità di curante della gestante in regime di intramoenia, non aveva rilevato, accelerando la nascita della bimba, magari procedendo con un cesareo.

Secondo la documentazione clinica “i segni della sofferenza fetale erano rilevabili” quanto c’era ancora tempo per intervenire, ma il medico “non aveva disposto il ricovero della gestante presso una struttura idonea, per approfondire la diagnosi”, determinando “con tale condotta professionale gravemente omissiva, il decesso intrauterino della bambina”.

L’Azienda sanitaria, dopo quando avvenuto, arrivava a una transazione con la coppia, disponendo il pagamento di 135mila euro “a fronte dell’impegno dei predetti a rinunciare a ogni azione risarcitoria”.

Per la Procura contabile, però, il comportamento del professionista avrebbe causato all’Azienda sanitaria un danno erariale.

Chiamato a difendersi il professionista ha affermato che “l’evento dannoso” sarebbe stato provocato da un altro medico, cioè da quello che era di turno all’ospedale di Narni e, invece che procedere al taglio cesareo una volta che la donna era giunta in reparto, aveva disposto il trasferimento a Terni, dove poi la bimba era deceduta.

I giudici contabili, però, hanno rigettato tale ipotesi e stabilito la sussistenza del danno erariale e che il comportamento del medico “appare censurabile e gravemente negligente”. Da qui la condanna al pagamento a favore dell’Ausl Umbria 2 della somma di 135mila euro.

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