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Cronaca

Dopo la sfuriata, sindaco e Forza Italia si ricompattano: "Bilancio perfetto: contrari solo ai soldi all'Arci"

L'inizio di una crisi, per un emendamento del sindaco bocciato in commissione, alla fine non c'è stato. Il capogruppo Perari spiega la situazione e ribadisce l'appoggio di Fi al "suo" sindaco

La litigata c'è stata e violenta ma non ha provocato ferite gravi che potevano far aprire una crisi politica molto rischiosa. Ora si deve solo capire come far rientrare dalla finestra - oppure far votare in consiglio comunale controvoglia i malpancisti l'emendamento della discordia - quel milione e mezzo di euro da destinare a manutenzioni, fotovoltaico, strade e altre importanti azioni di ammodernamento per la città.

Il sindaco Andrea Romizi - autore dell'emendamento al bilancio 2016 bocciato in commissione - e il gruppo di Forza Italia, capitanato da Massimo Perari, stanno dialogando per cancellare questo doloroso incidente di percorso causato da quei 50mila euro - inseriti nell'emendamento in mezzo ad altre voci di spesa più importanti - da destinare all'Arci per alcune opere che sta gestendo alla periferia di Perugia. Massimo Perari, a dimostrazione che non si vuole rompere, ha ribadito pubblicamento che ci troviamo di fronte ad un bilancio "molto positivo”. 

“Questa amministrazione - ha continuato  - il Comune di Perugia lo ha ereditato in condizioni disastrose ed è grazie all'operato del sindaco Romizi e del nuovo corso politico che si è superata quella fase critica, come ricordato dai sindaci revisori, che parlano nella loro relazione di 'riduzione della spesa corrente rispetto agli esercizi precedenti' e di 'comportamenti virtuosi'. E di questo, il primo partito di maggioranza non può che essere più che soddisfatto”. 

Sull'emendamento bocciato ha fatto intendere che è ancora tutto possibile in consiglio comunale quando bisognerà votare definitivamente gli emendamenti ma con coerenza ha ribadito: “A quello stanziamento di 50 mila euro a favore dell'Arci (per la manutenzione dell'area verde di Santa Sabina) non potevamo non obiettare a questa scelta in un momento delicato per la gestione dei contributi, su cui al momento verte anche un'indagine della Corte di Conti. E' stato un atto di responsabilità e di forte connotazione politica”.  

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