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Cronaca

"Sbirri di m***a, io sono Leggenda", dà di matto in un bar: a processo

La disputa, terminata ovviamente con una denuncia per offese a pubblico ufficiale, sarebbe nata, stando sempre al racconto dell'agente, a seguito di un intervento richiesto da una ragazza

“Sbirri di m***a, Io sono una leggenda”. Ed effettivamente una leggenda lo era, ma non per atti eroici da lasciare in eredità alle postume generazioni, bensì per il suo curriculum criminale. A narrare le scorribande di questo “particolare soggetto” più volte denunciato, un agente della questura di Perugia, chiamato oggi a rendere testimonianza in una rovente aula A del tribunale di Perugia.

I fatti - Nel particolare l'imputato, dopo aver offeso il poliziotto, avrebbe inoltre avuto l'ardire di aggiungere: “Voi non mi rappresentate”. La disputa, terminata ovviamente con una denuncia per offese a pubblico ufficiale, sarebbe nata, stando sempre al racconto dell'agente, a seguito di un intervento in un bar di Perugia. “Una ragazza – racconta il poliziotto – ci ha chiamati dopo che l'uomo ha iniziato a dare in escandescenza. Una volta arrivati sul posto, l'uomo, vedendoci, ha iniziato a inveire contro di noi”. La vicenda si è fortunatamente conclusa solo con qualche offesa e una denuncia. La causa è finita, ovviamente, davanti al giudice Cataldo che adesso sarà chiamata a decidere sulle sorti della “leggenda”. L'avvocato dell'imputato ha chiesto una perizia psichiatrica per valutare l'incapacità di intendere e volere dell'uomo, non nuovo ad atti di violenza del genere.

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