Invalido e aiutato dai servizi sociali, ma di professione "testa di legno" nella aziende fallite: sotto processo
Presentata una perizia sulle condizioni dell'imputato finalizzata alla richiesta di proscioglimento o di estromissione del procedimento
La Procura lo ritiene responsabile della bancarotta fraudolenta dell’azienda che amministrava. La difesa sostiene che era solo un prestanome.
Davanti al collegio del Tribunale penale di Perugia è comparso come imputato, difeso dall’avvocato Fabiana Silvestri (il coimputato è assistito da Francesco -Gallo) un uomo che, a dire della difesa, non avrebbe né le capacità di architettare il raggiro, né le possibilità economiche.
Messo lì, a capo dell’azienda, a fare la testa di legno. La difesa ha prodotto in aula una perizia di parte che attesterebbe l’incapacità dell’imputato, risalente anche a tempi precedenti alla sua nomina come amministratore della società fallita e che secondo la Procura di Perugia sarebbe al centro di una bancarotta.
Oltre alla perizia sulla incapacità, inoltre, è stata portata all’attenzione del collegio giducante anche la condizioniedi vita dell’uomo, così precaria che va avanti solo grazie alla Caritas e ai servizi sociali. Tutti elementi che potrebbero sostenere una dichiarazione di esclusione dal giudizio.