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Cronaca

Il trucco per 'intascare' i fondi pubblici, blitz della Finanza in due aziende di Perugia: maxi sequestro

Cinque persone denunciate, sequestro da 600mila euro. Così si prendevano i fondi Ue e della Regione Umbria

Aziende perugine nei guai. Con un 'trucco' si prendevano più finanziamenti dalla Regione Umbria e dall'Unione Europea. Cinque, in tutto, le persone denunciate. Al termine delle indagini, ai responsabili delle due aziende vitivinicole e ai titolari delle altre imprese coinvolte sono stati contestati i reati di malversazione a danno dello Stato e di emissione ed utilizzo di fatture false. Nei guai sono finiti i responsabili di due aziende perugine, operanti nel settore vinicolo, nonché i titolari di altre 4 società locali. Per loro è scattata anche la segnalazione alla Procura Regionale presso la Corte dei Conti di Perugia per le responsabilità amministrative derivanti dalle violazioni penali.

E poi i sigilli. È di oltre 600.000 euro il sequestro di beni e denaro, eseguito dalla Guardia di Finanza di Perugia nei confronti di un’associazione temporanea costituita da due imprese operanti nel settore viti-vinicolo. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Perugia su richiesta della Guardia di Finanza. L'indagine, spiegano le Fiamme Gialle,  ha consentito di portare alla luce la percezione illecita di finanziamenti pubblici che avrebbero dovuto essere destinati ad incentivare lo sviluppo dell’agricoltura e del turismo locale. 

Come funzionava il trucco? Le due aziende, grazie ai contributi erogati dall’Unione europea e cofinanziati dalla Regione Umbria, si erano impegnate a promuovere i propri prodotti vitivinicoli sui mercati di Paesi extra Ue e, attuando promozioni e organizzando eventi, ma soprattutto creando un apposito portale internet, a pubblicizzare l’immagine del territorio umbro, in particolare del lago Trasimeno, zona di produzione del vino. Tra l’altro, mediante un’apposita “Wine Card”, il cliente avrebbe potuto accedere ai servizi offerti sul portale web, tra cui l’acquisto “online” del vino preferito.

Secondo quanto scoperto e verificato dalla Guardia di Finanza i beneficiari del finanziamento, grazie alla complicità di altre aziende operanti nel settore informatico, avevano ampiamente “gonfiato” le spese per la creazione del portale internet, utilizzando delle false fatture, allo scopo di ottenere maggiori provvidenze pubbliche. Il sito web, inoltre, una volta creato, non era mai stato aggiornato e addirittura non risultava raggiungibile utilizzando i più noti motori di ricerca, in contrasto con l’obiettivo principale del progetto: far conoscere ad un pubblico sempre più vasto il vino ed il territorio umbro.

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