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Cronaca

Più auto o meno in centro e in città? L'urbanista : "Un nuovo sistema pubblico, è questa la rivoluzione"

Continua sul nostro giornale il dibattito cittadino sulla presenza o meno delle auto, quindi ztl più aperta o meno aperta, per far accedere al centro storico di Perugia che ha bisogno di essere vissuto oggi più che mai.

Continua sul nostro giornale il dibattito cittadino sulla presenza o meno delle auto, quindi ztl più aperta o meno aperta, per far accedere al centro storico di Perugia che ha bisogno di essere vissuto oggi più che mai. In questa puntata i fautori dell meno auto in centro ma anche in città Buona lettura

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“Solo una mobilità alternativa all’automobile potrà salvare le città e i centro storici”. Esordisce Mauro Monella,  architetto e urbanista, da sempre impegnato nelle battaglie antinquinamento di Italia Nostra. Sostiene: “Auto per tutti, il manifesto di Balla del 1920, è profetico e costituisce una inconsapevole operazione di marketing. Il boom economico conseguente alla seconda guerra mondiale ha fatto sì che la città non fosse più un luogo concepito per gli abitanti. La città è invece diventa un garage urbano, un capolinea da cui l’automobilista parte per ogni destinazione. Urbanizzazione e motorizzazione di massa hanno vinto sulla vivibilità dei luoghi”.

Da urbanista precisa: “Lo sviluppo della città si è adeguato e adattato alla macchina, cioè il tessuto urbano si è formato in funzione dell’automobile. Auto sempre più numerose e città sempre più popolate. La motorizzazione privata non corrisponde ad una scelta “tattica” cioè a una scelta fra auto e trasporto pubblico rispetto a questo o a quel tragitto, bensì ad una scelta strategica. L’acquisto di una automobile coincide con la conquista di libertà di spostamento; offre la garanzia di poter arrivare in ogni condizione e in ogni momento in luoghi diversi, di cui molti mal serviti a livello pubblico”.

Che fare?
“Naturalmente, valorizzare e potenziare il trasporto pubblico, adoperandosi affinché nei piani regolatori si preveda una corretta superiorità dei trasporti pubblici, mentre l’automobile deve assumere un ruolo marginale e meno indispensabile”.
Ma non si possono adottare contromisure? “Le contromisure hanno fallito: ztl, limite di velocità, circolazione a targhe alterne, tasse sui veicoli, tasse sul carburante, norme di sicurezza stradale… risultano totalmente inefficaci. I provvedimenti severi non bastano più”.

Allora, non c’è speranza? “Il mezzo privato ha provocato il fallimento del trasporto pubblico. Il fenomeno della sparizione dei
tram nel dopoguerra fu fortemente influenzato dalla pressione esercitata dai potenti gruppi economici: fabbricanti di automobili, strade, petrolio. Il parco automobilistico mondiale, attualmente, è di un miliardo di veicoli. Il mercato mondiale dell’auto è in espansione. Oggi per le amministrazioni il problema numero uno è quello di governare il “sistema automobile” che ormai
ingloba: città, centro storico, periferia, campagna”.

Perciò si può dire: o si rinuncia all’automobile o la città morirà? “Occorre urgentemente una politica dei trasporti pubblici che preveda misure per facilitare l’accesso nei centri ai residenti e a tutte le attività che vi si trovano. Una politica con una chiara visione del futuro”.

Cosa propone? “Il nuovo scenario della città con il sistema tram-treno, mobilità d’avanguardia, potrà evitare la “trombosi automobilistica”. Tutto si gioca con politiche che guardano al futuro, sul piano della qualità e sul valore dell’offerta”.

Si potrà raggiungere la ricucitura, la “riconciliazione” della città intera: città storica e città nuova? “Il trasporto pubblico intelligente contribuirà ad una migliore distribuzione nel tempo e nello spazio degli spostamenti degli individui. Occorre uno straordinario atto di volontà a livello politico per riordinare l’ambiente urbano: una visione che superi i parametri degli usi dell’automobile”.

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