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Cronaca

Attentati con esplosivi e pistole a danno di imprenditori umbri: 5 arresti e 20 denunce

Le accuse: riciclaggio, truffe, appropriazione indebita, ricettazione, nonché di delitti contro la persona, quali estorsioni e danneggiamenti, nonché di detenzione e porto di armi ed esplosivi.

Cinque persone arrestate e 20 persone denunciate per i reati di associazione per delinquere operante in campo nazionale e transnazionale finalizzata alla acquisizione diretta e indiretta della gestione e del controllo di attività economiche soprattutto nel campo commerciale rivolta al conseguimento di plurimi e ingenti vantaggi ingiusti (un giro di affari con profitti illeciti valutabili in circa 1 milione di euro), provento di delitti contro il patrimonio, in specie intestazioni fittizie di beni, riciclaggio, truffe, appropriazione indebita, ricettazioni, e delitti contro la persona, quali estorsioni, sequestri di persona e danneggiamenti, delitti in materia di armi, in specie detenzione e porto di armi ed esplosivi.

Le vittime di tali attività illecite sono circa 10 In Abruzzo (nel Pescarese e nel Teramano) , nelle Marche (provincia di Pesaro), in Umbria (provincia di Perugia), in Emilia Romagna (Modena, Bologna e Cesena), in Puglia (Cerignola), in Lombardia (nel Bergamasco e nell’hinterland milanese). L’indagine ha preso l’avvio dall'attività di indagine avviata dal nucleo operativo nel 2018 dopo i due gravi eventi delittuosi di matrice estorsiva accaduti la notte del 14 agosto 2018 e alle prime ore del 18 novembre 2018 a Città Sant’Angelo. Vittima un imprenditore del luogo che si è visto prima incendiato un autocarro e poi danneggiata un’automobile attinta da colpo di pistola a un pneumatico.

L’indagine ha permesso di accertare che all’origine degli attentati intimidatori a danno dell’imprenditore vi erano in verità i numerosi e più concreti interessi economici da parte di una vera e propria organizzazione criminale , con a capo il T.G. quale “dominus”, volta ad acquisire - mediante plurime e reiterate condotte estorsive - il controllo di varie attività commerciali (ndr. piccole aziende, night, supermercati, società ed altro) scelte ad hoc per “riciclare” e gestire i profitti illeciti , proventi di reiterate negoziazioni fraudolente poste in essere dal sodalizio in danno di molteplici attività commerciali, società finanziarie e di leasing sotto le mentite spoglie di società gestite da prestanomi come, la SERAF s.r.l., attraverso la quale venivano portate a compimento circa 50 truffe a carico di medi e grandi imprenditori in campo nazionale.

In particolare si ricostruivano i livelli organizzativi dell’associazione per delinquere, finalizzata alla consumazione di plurime truffe mirate all’acquisizione fraudolenta di beni di elevato valore commerciale, reimpiegati in favore di terzi acquirenti o destinati all’espatrio, avvalendosi di soggetti “deboli” quali “prestanome”, principali interlocutori con le medie imprese e le grandi società commerciali, e quindi alla commissione di plurimi delitti quali estorsioni, ricettazione, riciclaggio, intestazione fittizia di beni.

L’attività laboriosa e complessa, per lo più svolta nel delicato periodo epidemiologico, ha in sostanza permesso di accertare la perpetrazione di ben 70 reati complessivi in tema di associazione per delinquere finalizzata alla acquisizione diretta ed indiretta della gestione e del controllo di attività economiche, soprattutto nel campo commerciale, rivolta al conseguimento di plurimi ed ingenti vantaggi ingiusti, provento di delitti contro il patrimonio, quali intestazione fittizie di beni, riciclaggio, truffe, appropriazione indebita, ricettazione, nonché di delitti contro la persona, quali estorsioni e danneggiamenti, nonché di detenzione e porto di armi ed esplosivi.

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