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Cronaca Gualdo Tadino

Gualdo Tadino: incastrato da false accuse, Parlanti assolto dall'estorsione e condanna cancellata dopo 10 anni

L'ambientalista era stato arrestato e condannato, con pattegiamento, nel 2013. Dopo il procedimento per calunnia contro chi lo accusava è arrivata la sentenza della revisione della Corte d'appello di Firenze

Una trappola per eliminare un personaggio scomodo che si opponeva alle attività di cave nel territorio gualdese. A dieci anni dall’arresto e da una condanna, Massimiliano Parlanti si è visto cancellare il patteggiamento per un’estorsione che non era mai avvenuta.

Nel 2013 Parlanti veniva arrestato mentre due imprenditori gli consegnavano una busta. Dentro c’erano dei soldi, ma lui non ne sapeva nulla. Secondo la denuncia presentata dai due imprenditori Parlanti avrebbe chiesto soldi per porre fine alla sua attività di ambientalista contro le attività della cava. Per questa accusa aveva patteggiato 1 anno e 6 mesi (con pena sospesa e non menzione), ma solo per mantenere il lavoro, ben sapendo di essere innocente e di non aver mai chiesto denaro a nessuno.

Parlanti non si era dato per vinto e con il suo legale, l’avvocato Emma Contarini, aveva iniziato le indagini difensive per provare che nei colloqui con gli imprenditori si era parlato solo della consegna di una carta di circolazione di un camion e di nient’altro. E che tanti fatti raccontati in denuncia dai due imprenditori, non l’avevano mai visto presente o coinvolto. Un perito ha dimostrato che quelle telefonate non c’erano mai state o se c’erano state lui non era nel luogo dove era stato detto.

Con tutte queste prove in mano si era poi recato dai Carabinieri di Gubbio e sporto querela. Che ha poi portato in tribunale i due con l’accusa di calunnia per avere “in concorso tra loro con la denuncia presentata dall’... incolpavano falsamente Parlanti di un tentativo di estorsione a loro danno avvenuto negli stabilimenti commerciali di ... consistiti nell’aver ingenerato in terzi ascoltatori la convinzione sull’effettività del reato mediante l’intrattenimento con il Parlanti di conversazioni telefoniche fuorvianti e fumose di cui una alla presenza dei militari della stazione di Gualdo Tadino camuffando la richiesta di consegna del libretto di circolazione di un camion sequestrato e custodito presso gli stabilimenti di ... per la richiesta estorsiva di 40mila euro e dell’aver consegnato al Parlanti in un incontro concordato con i carabinieri che procedevano al suo arresto in flagranza, una busta contenente 500 euro anziché i documenti di circolazione”.

I due imprenditori sono stati sono stati salvati dalla prescrizione senza dichiarazione di estraneità dei fatti o di innocenza, ed è iniziata un’altra battaglia per Parlanti, con la richiesta di revisione del processo davanti alla Corte d’appello di Firenze.

Il 22 febbraio i giudici della Corte d’appello hanno accolto la richiesta e non hanno riaperto il dibattimento, limitandosi ad acquisire tutta la documentazione e al termine della discussione, sostenuta dagli avvocati Francesco Falcinelli ed Emma Contarini, hanno assolto Parlanti perché il fatto non sussiste.

“Si chiude bene una vicenda che ha cambiato la vita di un innocente, che ha portato tanta sofferenza per dieci anni al mio assistito e alla sua famiglia – ha detto l’avvocato Contarini – Proprio perché è una persona onesta non poteva accettare di avere questa macchia sulla sua vita, non avendo fatto nulla”.

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