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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Approvato il nuovo regolamento per gli immobili alle associazioni: più controlli, meno amici degli amici

Si è specificato che hanno la precedenza nell’assegnazione, tra gli altri, le associazioni che operano nel campo del sociale e non hanno alcuno scopo di lucro


Il nuovo regolamento comunale, per ottenere una struttura pubblica dove svolgere attività sociali, culturali e associazioni, è stato varato a colpi di maggioranza con l'astensione del Movimento 5 Stelle e il prevedibile voto contrario delle minoranze (Pd e Psi). La proposta dei consiglieri del misto Pittola e De Vincenzi prevede varizioni chiare per evitare che il patrimonio pubblico sia destinato solo ad alcuni - con bilanci che potrebbero permettersi affiti privati -, agli amici degli amici e per un lasso di tempo infinito. 

Le novità: si prevede che i locali vengano concessi con contratto di comodato o concessione in relazione alla natura giuridica del bene, con durata non superiore a tre anni, prorogabile su accordo delle parti. Massimo si può arrivare a nove anni se l'associazione o l'ente no-profit abbia sborsato denari per il restauro - da ora in poi tutte le opere devono essere approvate con tanto di preventivo e spesa finale - e quindi deve recuperarlo direttamente dal Comune. Si è specificato che hanno la precedenza nell’assegnazione, tra gli altri, le associazioni che operano nel campo del sociale e non hanno alcuno scopo di lucro.

Più facile la revoca per chi si approfitta di un bene comunale per fare business o peggio ancora senza rendere conto di qualsiasi attività o modifica del proprio statuto: le associazioni sono obbligate ad inviare entro il mese di marzo di ogni anno alcuni atti, come rendiconti, relazioni, variazioni dello statuto. Se il termine non è rispettato e l’associazione non provvede nemmeno entro il termine di sollecito, si può dar corso alla risoluzione e/o revoca. Altro caso di revoca (art. 7) c’è nel caso in cui i locali vengano usati per scopi diversi da quelli propri dell’associazione o a fine di lucro.

Inoltre è stata istituita una consulta che vigilerà su queste associazioni beneficiarie di locali pubblici e che ha potere consultivo e di monitoraggio e rappresenta, secondo l’intenzione degli istanti, uno strumento utile per coordinare l’attività di giunta e Consiglio comunale. "L’obiettivo della proposta – ha rimarcato la consigliera Pittola in sede di illustrazione – è di raggiungere in materia la massima trasparenza, rispondendo alle esigenze delle tante associazioni che richiedono la possibilità di poter usufruire di immobili per lo svolgimento delle loro attività. L’auspicio ulteriore, infine, è che si possa procedere anche ad una revisione dei contratti “anomali” in essere, così da raggiungere la piena conformità degli stessi al regolamento".

Molto critica con la gestione del passato (quella dei sindaci di centrosinistra Locchi-Boccali) anche il movimento 5 stelle che ha usato toni duri ed ha in parte bocciato anche il nuovo testo: "La verità – ha accusato il capogruppo M5S Cristina Rosetti – è che in passato si è fatto del patrimonio pubblico un sistema di politica personale, penalizzando il sano associazionismo.  Anche con il nuovo regolamento approvato non vi è alcuna differenziazione tra quelle associazioni che svolgono attività meritoria in favore della città e quelle associazioni forti, che spesso e volentieri hanno fine di lucro; queste vengono tutelate perché, evidentemente, sono utili".

Di parere opposto il Pd che parla di regolamento sbagliato che rischia di cancellare dalla città il ruolo delle associazioni: “La proposta avanzata oggi è assurda ed è rappresentativa dell’ignoranza, da parte dell’Amministrazione, della situazione associativa attiva nei quartieri. Si impone un termine massimo di 9 anni, quando vi sono realtà che operano da tempo immemorabile nell’interesse pubblico, investendo i loro proventi sugli stessi immobili. Le associazioni che svolgono una funzione sociale sui territori, specie quelli più isolati, non possono essere penalizzate; la proposta avanzata, dunque, non ha alcun senso e rischia solo di danneggiare la città e l’associazionismo da sempre punto di forza di Perugia".

In verità c'è da dire che il regolamento inciderà per il futuro ma di fatto non andrà a modificare quei contratti anomali e con costi irrisori a fronte di attività anche a scopo di lucro. Di fatto la Giunta - non molto coraggiosa su questo punto che implica anche divisioni politiche importanti - ha messo una pietra tombale sul passato evitando così guerre per bande. Almeno c'è la speranza che per il futuro prossimo le assegnazioni siano trasparenti e per nulla politiche. Si spera. 

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