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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Assisi

Il mercato nero dei libri antichi "rubati" dai conventi passa anche per Assisi: smascherata banda

Prima il furto in un convento di Fiesole, poi il passaggio al ricettatore di Arezzo e infine, dopo modifiche e timbri cancellati, rivenduti online da un esercizio commerciale con sede ad Assisi. Valore storico incalcolabile, quello commerciale oltre centomila euro

Un ricco mercato di libri antichi "rubati" e con tanto di timbri cancellati o modificati è stato scoperto dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze in collaborazione con le forze dell'ordine e della Procura di Perugia. Tutto parte da un furto avvenuto nel 2009 dal Fondo Antico della Biblioteca Bandiniana di Fiesole: vennero portati via molti di volumi a stampa (in gran parte cinquecentine e volumi del seicento).

Fortunatamente, esisteva una pubblicazione con l’inventario completo, dettagliato ed analitico dei volumi di maggior valore ed antichità che è servita per stilare l’elenco delle opere mancanti: circa 250 su un migliaio in tutto. Tale elenco fu inserito, grazie al meticoloso lavoro della Sezione
Elaborazione Dati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal TPC, e fu trasmesso anche alle associazioni ed istituzioni pubbliche e private di settore.

Grazie a questo lavoro dalla Toscana si è potuti arrivare in Umbria, in particolare ad Assisi dove un esercizio commerciale, con sede fisica ad Assisi e prevalentemente operante sul web, aveva posto in vendita su una delle più note piattaforme dell’e-commerce, alcuni libri antichi, che per titolo e caratteristiche generali corrispondevano a quelli oggetto del furto al Seminario fiesolano.

In questa maniera è stato possibile risalire e recuperare ad un un primo nucleo di volumi che in molti casi alcuni timbri di provenienza cancellati, coperti o alterati. Poi è stata la volta dell'individuazione del ricettatore nelle cui disponibilità erano transitati i libri prima di essere rimessi in vendita: si tratta di un aretino, assiduo frequentatore di fiere e mercatini - specializzati e generici - in tutt’Italia. Nella sua abitazione sono stati ritrovati anche gli strumenti e i materiali utilizzati per cancellare, coprire o modificare i timbri e gli altri contrassegni che identificavano la provenienza degli antichi volumi: timbri artefatti, etichette e marche tipografiche posticce su carta “anticata”, taglierini modificati “ad hoc” e prodotti chimici. 

Le tre persone devono rispondere ora di reati, in concorso tra loro ed a vario titolo di ricettazione, cpme riciclaggio, illecita esportazione di beni culturali, contrabbando.  I volumi antichi recuperati e restituiti al Seminario Vescovile di Fiesole (a cui vanno aggiunti altri beni sequestrati nel corso delle attività e riferiti a diversi fatti-reato), hanno un valore commerciale di oltre 100 mila euro, ma il loro intrinseco valore storico, riferito alla loro collocazione nella sede originaria ove vennero acquisiti, studiati e custoditi nel corso dei secoli è assolutamente inestimabile.

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