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Cronaca Assisi

Il prete anti-mafia Don Ciotti ad Assisi per lanciare il manifesto per una vita "sobria"

Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio intervisterà don Luigi Ciotti, sacerdote e coordinatore di Libera che proprio recentemente ha incontrato il Santo Padre per lanciare uno stile di vita della Chiesa e delle famiglie all'insegna di San Francesco

Don Luigi Ciotti, il coordinatore di Libera contro tutto le mafie, torna in Umbria per una intervista su San Francesco e sui riflessi del suo insegnamento nella società di oggi. Il 4 aprile sarà intervistato dall'umbro direttore del quotidiano Avvenire Marco Tarquinio. Alle 16 si terrà l’ultimo appuntamento dei seminari “Cerco l'uomo: in dialogo con Papa Francesco a sei mesi dalla visita ad Assisi” organizzati dalla Cresu (Commissione regionale per l’educazione, la scuola e l’università) alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli.

L’incontro sarà dedicato al tema: “Alla sala della Spoliazione: imparare stili di vita più essenziali”, riflessioni a partire dall’incontro di Papa Francesco alla sala della Spoliazione del Vescovado con i poveri e sarà moderato dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio, che intervisterà don Luigi Ciotti, sacerdote e coordinatore di Libera che proprio recentemente ha incontrato il Santo Padre e condiviso con lui una nuova Chiesa con modi e stili più sobri.

L'obiettivo è quello di suscitare una riflessione più approfondita di alcuni momenti molto significativi della visita di Papa Francesco alla città di Assisi (Serafico, Porziuncola, Spoliazione) anche per suscitare una rinnovata attenzione educativa ed una progettualità, che non facciano cadere nel vuoto momenti così significativi.

«Abbiamo pensato di non proporre la conferenza tradizionale – spiega la coordinatrice della Cresu, la prof.ssa Annarita Caponera –, ma di attivare tre tavole rotonde, invitando noti giornalisti in dialogo con alcuni protagonisti del mondo ecclesiale, scolastico, medico, del volontariato e dello sport. Infatti, come intervistatori dei primi due incontri hanno accolto il nostro invito giornalisti del calibro di Piero Damosso e Raffaele Luise e all’ultimo Marco Tarquinio».

L’incontro di Papa Francesco al Serafico con i bambini e ragazzi disabili e ammalati è stato il primo approccio del seminario “Al Serafico dalla parte degli ultimi: il valore della gratuità”, al quale hanno partecipato con grande interesse dirigenti scolastici, docenti, genitori, studenti, sacerdoti, religiose, educatori. L’intervista del giornalista e vaticanista Raffaele Luise a Francesca Di Maolo, presidente del Serafico, a Fausto Santeusanio, medico, a Carlo Menichini, dirigente scolastico ha approfondito in modo egregio i vari aspetti legati alla realtà degli ultimi, a tutte quelle persone che sono alla periferia esistenziale, perché se ne abbia cura con amore. 

E’ stato evidenziato il grande carisma di Papa Francesco che mostra sempre il Vangelo, il comportamento di Gesù nel suo incontro con le persone e non si limita a gesti, ma crea eventi con la sua capacità comunicativa, aprendo processi relazionali nuovi. In questo l’accoglienza è fondamentale per attivare un processo di dialogo e di scambio con tutti, come ha ricordato il prof. Menichini. Anche la scuola ha il compito di accogliere e integrare tutte quelle persone che hanno qualche problema, senza escludere nessuno, ma dando un valore forte a ogni persona. Il dott. Santeusanio ha evidenziato come tutte le “piaghe” devono essere riconosciute e ascoltate.

La sua riflessione è proseguita partendo dal buon samaritano, l’unico che ha visto e riconosciuto quel dolore sui margini della strada, per lanciare a tutti un invito, perché non sappiamo più riconoscere chi soffre. La presidente Di Maolo ha espresso ancora una volta la sua emozione per aver avuto il Papa lì, in mezzo a quei ragazzi, in una umanità profonda che non si dimentica. «La sofferenza la scansiamo, il dolore lo evitiamo, mentre il Papa lo ha riconosciuto e accolto – ha detto la Di Maolo –. Anche il Serafico è un luogo dove coltivare la speranza, perché la vita è sempre possibile, ma va custodita; occorre ricordarsi dell’altro e farsene carico».

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