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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Assalto al pullman del Perugia, gli Ingrifati si difendono e negano qualsiasi contatto con la società

Riceviamo e pubblichiamo la nota dei difensori dei tifosi indagati per i fatti del dopo partita con la squadra di La Spezia

Riceviamo da parte degli avvocati Stefano Tentori Montalto e Andrea Pierozzi, legali di alcuni componenti del gruppo ultrà Ingrifati, a seguito dell’uscita su alcuni quotidiani locali di una serie di articoli relativi ai fatti del 21 ottobre 2017 (contestazione della squadra di calcio dell’A.c. Perugia da parte dei tifosi dopo la partita contro la squadra del “La Spezia”), intendono precisare quanto segue.

“I nostri assistiti, conosciuti per appartenere ad un gruppo ultrà che storicamente non ha mai intrattenuto con le varie società che hanno gestito l’A.c. Perugia, rapporti che vadano oltre il semplice dialogo per il bene comune della squadra, ritengono che il contenuto delle intercettazioni riportato negli articoli di giornale sia stato, in realtà, totalmente frainteso e, quindi, stravolto”.

Secondo i legali “in particolare, dalla lettura ‘integrale’ degli atti contenuti nel fascicolo del pubblico ministero di cui è stata possibile alla difesa solo ora la lettura con la loro discovery a seguito della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini ex art.415 bis c.p.p., emerge, infatti, in modo evidente la ferma opposizione da parte degli appartenenti al gruppo ‘Ingrifati’ a qualunque colloquio o altro tipo di contatto con il presidente Santopadre, con il quale di conseguenza non può esserci stato alcun accordo né per contestare la squadra né per altre finalità. tale circostanza, del resto, risulta confermata in questi giorni dallo stesso legale del Perugia calcio”.

Gli avvocati riferiscono che sarebbe “poi improprio, oltre che fuorviante, attribuire la responsabilità dell’aggressione agli esponenti di spicco dei gruppi organizzati dal momento che nessuna responsabilità in tal senso risulta dall’addebito provvisoriamente contestato dal pm, che prevede esclusivamente la violazione del daspo per la semplice presenza nei pressi dello stadio Renato Curi al momento del rientro da la spezia del pullman con i calciatori della squadra del Perugia calcio”.

In conclusione i legali rilevano “come anche la vigenza di un divieto ad essere presenti in quella particolare circostanza sia, comunque, suscettibile di diversa valutazione rispetto all’ipotesi investigativa, dovendo interpretarsi il Daspo in senso letterale e prevedendo quest’ultimo non un divieto permanente, ma un divieto legato al concomitante svolgimento di manifestazioni sportive vietate, nella circostanza invece conclusesi da tempo”.

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