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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Todi

Rissa a Todi: carabinieri arrestano due albanesi per tentato omicidio

I carabinieri di Todi hanno arrestato due soggetti albanesi, per la rissa di martedì sera nella frazione di Ponte Rio, dove tre persone sono state ferite e medicate in ospedale a Pantalla

I carabinieri della compagnia di Todi hanno arrestato due persone, per la rissa di martedì sera nella frazione di Ponte Rio, dove tre persone sono state ferite e medicate in ospedale a Pantalla.

Si tratta di due albanesi, fermati per i fatti accaduti nella tarda serata di martedì, quando è esplosa una una rissa nei pressi di un bar. L'aggressione - rifericono i carabinieri - sarebbe scaturita da un diverbio tra un operaio edile albanese (rimasto ferito), ed il suo datore di lavoro (uno degli arrestati) per il ritardato pagamento di alcune mensilità. Tre in tutto le persone rimaste ferite, tutte medicate all'ospedale di Pantalla con prognosi che vanno dai 12 ai 20 giorni.

Ma andiamo con ordine e passiamo alla ricostruzione dei fatti ed alle indagini sulla violenta lite tra cittadini albanesi consumatasi nei pressi di un bar subito dopo la chiusura dello stesso.

Intorno alle ore 22 di ieri, giungeva una segnalazione alla Centrale Operativa di Todi di una violenta rissa in atto tra stranieri nei pressi di un bar, durante la quale erano stati esplosi anche dei colpi di arma da fuoco. Immediatamente, sul posto convergeva tutto il personale in quel momento disponibile, ma non veniva rintracciato nessuno dei contendenti ormai datisi alla fuga.

Al vaglio dei militari tutte le tracce lasciate sul luogo del delitto: copiose tracce di sangue a terra, alcune lame di taglierino, e le informazioni da parte di alcuni cittadini, risultati molto collaborativi, che permettevano di ben indirizzare le attività investigative.

Contestualmente si accertava che alcuni stranieri feriti con arma da taglio si trovavano presso il Pronto Soccorso di Todi e  pertanto si procedeva alla loro escussione sull’origine delle lesioni patite.

L’attività investigativa, posta in atto senza soluzione di continuità ed in maniera sinergica da parte dei reparti dipendenti, consentiva di accertare che nella serata di martedì quattro cittadini albanesi, appartenenti ad una unica famiglia, si erano incontrati con un connazionale, imprenditore edile e datore di lavoro di uno di loro (operaio edile di professione),  per reclamare il pagamento di alcune mensilità non corrispostegli.

Gli stessi, che intendevano solo avere chiarimenti e reclamare il dovuto (circa sei mensilità arretrate ossia quasi 8.000 euro), ma venivano selvaggiamente e violentemente assaliti dall’imprenditore ed un altro connazionale, imprenditore edile anche questi, che si trovava con lui, sia con calci e pugni, che con armi da taglio ed anche sotto la minaccia di una pistola impugnata dall’imprenditore che esplodeva anche un colpo in aria  a scopo intimidatorio.

Uno dei quattro albanesi del nucleo familiare riusciva a fuggire, mentre gli altri tre avevano la peggio, anche a causa della minore stazza fisica rispetto all’imprenditore ed al suo complice ed ormai feriti cercavano di allontanarsi a piedi, mentre i due aggressori si davano alla fuga con la loro vettura subito dopo aver minacciato con l’arma  una donna  che nel frattempo stava rincasando e per caso stavo ostacolando la loro fuga.

I tre feriti (due fratelli, un 30enne ed un 29enne ed il loro padre 54enne, tutti residenti a Marsciano), nel frattempo, riusciti a mettersi al sicuro,  contattavano un loro connazionale che li soccorreva trasportandoli al Pronto Soccorso di Todi, ove venivano tutti medicati e mentre due venivano dimessi, un terzo veniva ricoverato per le lesioni subite.

Per una delle vittime ed esattamente per il 29enne, le lesioni provocategli al collo con il coltello dal suo aggressore, potevano avere conseguenze drammatiche. Infatti, se i fendenti infertigli fossero stati leggermente più violenti, potevo interessare strutture vitali quali la carotide o la vena giugulare.  

Immediatamente venivano avviate le ricerche degli aggressori, i quali venivano rintracciati presso un altro bar di Todi, ove  avevano cercato di crearsi un alibi, sostenendo di essere stati tutta la serata senza mai allontanarsi. Ma immediatamente venivano sconfessati.

Infatti, le indagini svolte consentivano di appurare che gli stessi si erano allontanati proprio nel momento in cui si era consumata l’aggressione e pertanto, messi alle strette, confessavano parzialmente le loro responsabilità negli eventi accaduti, negando però di aver utilizzato una pistola.

Le successive perquisizioni domiciliari eseguite consentivano di rinvenire delle munizioni  presso l’abitazione del soggetto che era stato visto impugnare la pistola.

Essendo ormai delineato il quadro indiziario nei confronti dei due stranieri aggressori, per gli stessi scattava l’arresto per tentato omicidio, lesioni personali aggravate e detenzione e porto illegale di arma e munizioni.

I due arrestati pertanto, Z.K., di 33anni, e M.B., di 35anni, albanesi, entrambi imprenditori edili, residenti a Todi, venivano associati presso la Casa Circondariale di Perugia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

In definitiva, secondo i carabinieri,non si è trattato di un regolamento di conti tra bande contrapposte nella gestione di traffici illeciti, ma la degenerazione di una questione riguardante la pretesa di un operaio di ottenere il pagamento del lavoro svolto per circa sei mesi.

Continuano le ricerche per individuare la pistola utilizzata dai due imprenditori arrestati.


 

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