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Cronaca Centro Storico / Via della Rupe, 1

"Escrescenze" di cemento armato sotto gli Arconi medievali: "Uno scempio"

Italia Nostra contro Soprintendenza e Comune per l'intervento sugli Arconi di via della Rupe: "Romizi sospenda i lavori"

Scontro al calor bianco nella patria d’Euliste. “Questa è una ferita aperta nel cuore della città! Uno scempio che fa torto alla civiltà, alla storia, alla dignità del patrimonio storico, artistico, monumentale della Vetusta”. Parola di “Italia Nostra”. È questa, in sintesi, la motivata e irritata reazione della benemerita Associazione, circa la questione dell’intervento sugli Arconi di via della Rupe. “Restando in attesa dei documenti che verranno prodotti da Comune e Soprintendenza – afferma “Italia Nostra” – non ci si può astenere dal criticare fortemente quanto posto in essere presso gli Arconi di Via della Rupe, grande opera di ingegneria e architettura, protrattasi per oltre due secoli, fino a tutto il Quattrocento e oltre, col fine di consolidare e ampliare l’acropoli cittadina”. L’affermazione mette in rilievo il forte valore monumentale degli Arconi, non inferiore a quello del Palazzo dei Priori e di altre emergenze del patrimonio storico-artistico, cittadino e nazionale.

Ma qual è il motivo di tanto scandalo? “L’inserimento di strutture in cemento armato, per di più aggettanti pesantemente fuori del profilo dell’edificio”. Circostanza che è sotto gli occhi di tutti (foto). Tale scelta “fa carta straccia di ogni criterio culturale finora consolidatosi nel restaurare - e al caso riadattare - un edificio monumentale. Fin dalla Carta di Atene del 1931 e alle ultime Carte universalmente riconosciute (Dichiarazione di Washington 1987), gli interventi sugli edifici monumentali dovrebbero presentare alcuni caratteri irrinunciabili tra cui la Reversibilità, la Compatibilità con l’identità del bene, non ultima la Collegialità, ovvero un adeguato approfondimento critico e partecipativo”.

“Tutte cose che – nel caso in esame – semplicemente non sussistono”, si chiarisce. In particolare, “Italia Nostra” Perugia (laddove dai documenti richiesti dovesse risultare regolare approvazione) “chiede, soprattutto alla Soprintendenza, il motivo di tanta arbitrarietà: compito specifico della Soprintendenza, infatti, è proprio il contemperare le esuberanze progettuali  con i caratteri del bene monumentale e coi criteri consolidati di conservazione, qualunque sia il buon esito finale dell’aspetto complessivo del bene e del suo contesto”. E se i documenti non arrivano? Esposto in Procura per omissione di atti dovuti!

Da qui la domanda, più che legittima. “Quale il motivo che ha portato ad accettare/approvare abnormi escrescenze in cemento armato su un monumento di tale valore? Non è notorio che, qualora gli spazi per la nuova destinazione d’uso risultino insufficienti, non è il bene monumentale a doversi adeguare, bensì il nuovo utilizzo a dover essere ripensato?”.

“Italia Nostra” Umbria, infine, si rivolge al Sindaco, che rimane il primo responsabile del patrimonio cittadino, auspicando un atto estremo di buon senso e consapevolezza che lo induca a imporre la sospensione dei lavori, la rimodulazione del progetto, la demolizione delle strutture in cemento armato, non reversibili. Infine, una considerazione molto amara: “Italia Nostra non può che esprimere preoccupazione per lo scadimento generale della pubblica amministrazione” ricordando che “in altre epoche, questo strappo sul corpo di un monumento sarebbe finito sulle pagine nazionali”. Qualche esempio? “Appena negli anni ’90, un improprio progetto sulla Fontana Maggiore fu giustamente cancellato dalla Soprintendenza e perfino dalla Magistratura”. Non potrà oggi accadere la stessa cosa?

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