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Cronaca Marsciano

Sisma Marsciano, i "terremotati del 15 dicembre" ricevuti da Bassetti

Sono stati ricevuti da mons. Gualtiero Bassetti i rappresentanti del "Comitato Terremotati 15 Dicembre". L'arcivescovo si associa alla preoccupazione per la ricostruzione pesante e per le 565 persone sfollate

Sono stati ricevuti lunedì mattina dall’arcivescovo Gualtiero Bassetti i rappresentanti del “Comitato Terremotati 15 Dicembre” delle frazioni del Comune di Marsciano: Spina, San Biagio della Valle, Castiglione della Valle, Sant’Apollinare, Pieve Caina, Mercatello, Monte Vibiano Vecchio e Monte Vibiano Nuovo.

Il comitato ha aggiornato il presule sulla situazione a oltre due anni e mezzo dal sisma, in particolar modo sulla ricostruzione, rilevando che le persone che si trovano ancora a vivere in disagio sono più di un migliaio: 565 gli sfollati a causa della totale inagibilità dell’abitazione; 500 coloro che hanno la casa parzialmente inagibile, vivendo nella parte meno danneggiata.

Secondo quanto riferito dall'ufficio stampa della Diocesi gli abitanti delle frazioni di Marsciano sono molto preoccupati per la ricostruzione “pesante” che stenta a decollare a causa della mancanza di fondi, di una burocrazia soffocante e di una legislazione che, dopo il terremoto dell’Emilia, quasi si era dimenticata di loro. Si definiscono, nella lettera inviata al Presidente della Repubblica in data 9 luglio u.s., terremotati tre volte di «serie D (Dimenticati, Disprezzati, Discriminati)...».  

Il “Comitato 15 Dicembre” ha chiesto sostegno a Bassetti, affinché i recenti emendamenti presentati al “Decreto Sviluppo” emanato dal Governo rendano eguali i diritti dei terremotati di Marsciano rispetto ai cittadini abruzzesi ed emiliani.

Il presule, che fin dalle prime ore dopo la forte scossa del pomeriggio del 15 dicembre 2009 fece sentire la sua vicinanza alle popolazioni colpite e che periodicamente le visita e si tiene aggiornato sulla loro situazione, oltre a condividere i contenuti della missiva al Capo dello Stato, ha detto ai rappresentanti del Comitato 15 Dicembre: "Abbiamo ancora un territorio, in cui vivono diverse migliaia di persone, ferito e che rischia di morire. Questo l’ho potuto costatare di persona, recentemente, recandomi in visita alla comunità di Spina. Non ci si può dimenticare di voi, dei vostri paesi che sono parte di questa meravigliosa Umbria.

Questi borghi non possono essere abbandonati, perché - come avete scritto nella lettera al Presidente Giorgio Napolitano - “costituiscono testimonianze storiche importanti e fanno, quindi, parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni; costituiscono cioè la nostra identità a cui, ovviamente, non vogliamo rinunciare”.

Mi associo – ha aggiunto Bassetti – alla vostra voce preoccupata per una ricostruzione che si fa attendere, soprattutto per le 565 persone ancora sfollate e faccio appello alle autorità preposte affinché le vostre istanze vengano accolte, soprattutto le popolazioni del marscianese non vengano discriminate rispetto ad altre nei provvedimenti governativi adottati dinanzi a gravi calamità naturali. Per questo sostengo che il diritto di una persona vale come quello di centomila. C’è in gioco il futuro di tante famiglie, di tanti giovani che, altrimenti, si vedono costretti ad abbandonare i propri luoghi di origine. E’ stato messo a dura prova anche il tessuto sociale ed occupazionale della vostra zona con il danneggiamento di diverse realtà produttive con la conseguente chiusura delle stesse causando la perdita di posti di lavoro".

I rappresentanti del “Comitato 15 Dicembre” hanno più volte sottolineato a mons. Bassetti quanto si siano mobilitate le comunità parrocchiali a sostegno delle famiglie più disagiate. La Chiesa - ricorda la Diocesi - ha fatto la sua parte per tenere unito il tessuto sociale delle due frazioni più colpite e con più abitanti, Spina e San Biagio della Valle, realizzando, grazie all’intervento della Caritas italiana, due “centri della comunità” per attività pastorali e socio-aggregative. Adesso occorre sostenere la ricostruzione “pesante”, quella delle case e delle realtà produttive, altrimenti il territorio rischia di morire.
 

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