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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Foligno

Divieto di scavo o costruzione vicino alle tombe romane, il Tar dà ragione al Ministero

Secondo i giudici amministrativi già è stato costruito un distributore troppo vicino all'area archeologica. Confermato il vincolo a tutela dei manufatti

Si ritrovano con una tomba di epoca romana e altre sepolture antiche nei terreno e chiedono al Tribunale amministrativo di rimuovere il vincolo apposto dal Ministero dei beni culturali perché l’area è fortemente abitata e quindi non di valore archeologico.

Il Tar dell’Umbria, però, risponde che “la presenza di eventuali costruzioni nelle prossimità di un’area di interesse archeologico non fa venir meno l’esigenza di apporre vincoli di natura diretta o indiretta, ma semmai contribuisce a rafforzarla”, proprio per salvaguardare ulteriori beni archeologici ancora sepolti.

I proprietari del terreno, assistiti dagli avvocati Alessandro Bovari e Ivano Pontoriero, avevano chiesto la rimozione del vincolo, tramite annullamento dell’atto ministeriale, che aveva dichiarato di “interesse particolarmente importante … l'area archeologica in cui sono ubicati il monumento funerario di età romana, cosiddetto Monumento A”, individuato nel comune di Foligno “nonché le sepolture terragne, che si dispongono nella fascia compresa tra detto monumento e la moderna SR 316”.

Secondo i proprietari la “dichiarazione dell’interesse culturale e del procedimento di tutela indiretta” sarebbe sproporzionata “nell’individuazione dell’area da sottoporre a vincolo indiretto rispetto alle esigenze di conservazione, tutela e valorizzazione concretamente riscontrabili, che ad avviso dell’odierno ricorrente avrebbero potuto essere soddisfatte con l’apposizione di un vincolo di tutela indiretta sulle aree immediatamente circostanti (con un raggio di 10/15 metri)”. Sostenendo che “l’intenso processo di antropizzazione che ha interessato l’area” avrebbe fatto venire meno “le ragioni che avrebbero potuto giustificare l’imposizione di prescrizioni di tutela su un’area così estesa”.

In altre parole, l’unico manufatto da tutelare sarebbe il cosiddetto “Mausoleo A” e “vincolo indiretto di profondità pari a circa novanta metri (e pertanto tripla)” sarebbe eccessivo.

Per il ministero il vincolo è stato apposto proprio per la “presenza di due monumenti funerari di epoca romana (Monumento A e B) che sorgono a breve distanza l’uno dall’altro e sono a loro volta inseriti in un complesso di rovine sepolcrali, alcune delle quali solo recentemente portate alla luce”. La conformazione dei monumenti e la loro posizione hanno un alto valore archeologico e storico tale da comportare l’inedificabilità assoluta. Non tanto da impedire la realizzazione di un distributore di carburante poco distante dal Monumento B.

I giudici amministrativi hanno riconosciuto al ministero la capacità di prescivere misure e norme per tutelare i beni archeologici, storici e culturali, al fine di “evitare che sia messa in pericolo l'integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro”, confermando la decisione ministeriale e rigettando il ricorso.

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