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Cronaca

Infiltrazioni mafiose, il senatore Morra: "L'Umbria non torni ad essere terra di covi freddi"

Incontro del presidente dall'Antimafia con amministratori e forze dell'ordine: "Saremo qui spesso per tenere alta la guardia"

L’Umbria è stato un “covo freddo” all’epoca delle Brigate rosse e del terrorismo mediorientale. Le caratteristiche di area tranquilla, senza un elevato tasso di criminalità, facilmente raggiungibile e con Roma e Firenze a due passi, ne fa la regione perfetta per l’insediamento mafioso.

Non per niente in Umbria abbiamo avuto un gruppo di anarchici che ha tentato di far deragliare un treno, altri che hanno inviato proiettili al presidente della Regione, aspiranti kamikaze a Ponte Felcino e, in passato, Ali Agca, il lupo grigio che il tredici maggio del 1981 tentò di uccidere Karol Wojtyla e il commando di Settembre nero che uccise gli atleti israeliani a Monaco nel 1972. Circolava per Perugia, ad esempio l’algerino Kamel Bouraib, militante del Gia, il Gruppo islamico armato algerino.

La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, è stata in missione a Perugia con il presidente Nicola Morra per una serie di audizioni di amministratori pubblici e forze dell’ordine con lo scopo di “evitare che l’Umbria ritorni ai covi freddi, che diventi punto di snodo dei traffici illeciti della droga o per ripulire denaro sporco – ha detto il senatore Morra – Per questo saremo qui spesso, perché le recenti inchieste disvelano presenze inquietanti e preoccupano i tentativi di condizionare la politica, anche se non risultano politici indagati. Le mafie si sconfiggono con la conoscenza, per questo vogliamo sapere tutto”.

Il senatore si è soffermato anche sulla presenza di “due penitenziari con alta sicurezza e la possibilità di ospitare detenuti al 41bis. Una realtà che ci costringe a monitorare la situazione con molta attenzione, anche alla luce di quanto riferito oggi, con riferimenti a fatti e persone già conosciuti, una situazione che merita approfondimento affinché i casi isolati rimangano tali”.

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