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Cronaca Foligno

Stop alla nuova antenna di telefonia, il Tribunale amministrativo dà ragione al Comune di Foligno

La società telefonica aveva chiesto un aumento della potenza per far fronte anche alla crescita delle connessioni da casa per il Coronavirus

L’antenna di telefonia mobile in via Vegnole a Foligno non si può installare. Lo ha deciso il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria, respingendo il ricorso della società di telefonia mobile, contro la decisione del Comune di Foligno e della Regione dell’Umbria.

Il Comune di Foligno aveva negato la realizzazione dell’impianto in quanto “il sito proposto … non è tra quelli indicati come idonei nel Piano Comune per la tutela della salute e protezione dell'ambiente dall'inquinamento elettromagnetico”. La Regione Umbria, con l’approvazione delle “linee guida e criteri generali per lo sviluppo e la localizzazione degli impianti radioelettrici”, da seguire in merito all’ubicazione degli impianti, aveva messo un altro paletto all’antenna.

La società di telefonia era tornata alla carica riformulando la richiesta con variazioni e integrazioni; ma di fronte al nuovo diniego, si è rivolta al Tar chiedendo l’annullamento di tutti gli atti, chiedendo anche i danni, in quanto la società non aveva potuto “adottare immediati interventi di potenziamento degli impianti di trasmissione per far fronte ai picchi di traffico di comunicazione connessi all’epidemia Covid-19 che ha colpito il Paese”.

Secondo i giudici amministrativi i Comuni sono tenuti ad individuare le “aree idonee” per l’installazione delle antenne “per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”, pur valutando “i piani di rete proposti dai gestori di telefonia mobile”. Interventi su antenne già esistenti sono ammessi, purché rispettino “i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico previsti dalla normativa vigente” e individuati dall’Arpa. Se poi si aggiunge che la società di telefonia “non aveva ancora presentato un idoneo piano di rete nei tempi e con le modalità previste dalle norme regolamentari”, si comprende perché per i giudici amministrativi il ricorso sia da rigettare, dando ragione dal Comune di Foligno e condannando la società telefonica al pagamento di 3mila euro di spese processuali.

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