rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Anno giudiziario, gli avvocati contestano le riforme: "Cancellate importanti facoltà difensive"

I presidenti degli Ordini di Perugia, Spoleto e Terni contro i processi da remoto e chiedono maggiore accesso agli uffici giudiziari

Gli avvocati umbri concordano sul “ragionevole impegno a contrastare, anche nelle sedi giudiziarie, i pericoli dell’epidemia tutt’ora presenti”, ma non condividono la “linea di politica legislativa e decretizia emergenziale, che l’avvocatura percepisce con duplice sensibilità critica”.

I presidenti dei tre ordini professionali di Perugia, Spoleto e Terni, gli avvocati Stefano Tentori Montalto, Maria Letizia Angelini Paroli e Marco Franceschini, nel loro intervento unitario (letto dal presidente dell’Ordine di Spoleto) all’inaugurazione dell’anno giudiziario hanno sottolineato il rischio che i provvedimenti adottati puntino più “all’abbattimento quantitativo e alla durata del contenzioso” che alla “giustizia sostanziale” e alla tutela del diritto del cittadino ad ottenere una risposta alla domanda di giustizia. Tanto più che “quasi tutte le novelle procedurali”, cioè le riforme introdotte negli ultimi due anni, tendano a “marginalizzare, appannare e, perfino elidere importanti facoltà difensive, con una secondarizzazione del ruolo dell’avvocato che apre, anzi percorre, l’inquietante strada del contraddittorio a scartamento ridotto”.

Gli avvocati chiedono di risolvere il problemi della giustizia “con la dedicazione di mezzi umani e strumentali adeguatamente aumentati ( unici veramente decisivi), nonché con riforme normative e di sistema organiche, elaborate col concorso almeno paritario degli avvocati”.

Ad esempio “la grande maggioranza degli avvocati si oppone a che, prendendo occasione dal prolungarsi del problema epidemico, si rendano sistematiche e permanenti le norme di remotizzazione dell’attività giudiziaria e si continui a rendere impervio e oltremodo inibito l’accesso degli avvocati e loro collaboratori agli uffici giudiziari; salvo, ovviamente, l’obbligo delle misure personali di prevenzione del contagio”.

Quanto ai problemi del distretto giudiziario umbro c’è la “perdurante, colpevole, sottodotazione di organico del Tribunale e della Procura dell’Umbria centrale, cioè di Spoleto” così come sottolineato sia dal presidente della Corte D’Aprile sia dal procuratore generale Sottani. La nuova geografia giudiziaria del 2012 ha raddoppiato il territorio e i carichi di lavoro del Tribunale di Spoleto, ma lasciando l’organico in difetto.

Per quanto riguarda Perugia “la realizzazione della unificata cittadella giudiziaria” è una necessità “pressante”, anche se questo non esclude interventi “per rendere, intanto, decentemente agibili gli attuali luoghi ospitanti le attività civili e ancor più le penali”.

L’Ordine forense di Perugia “pur nelle difficoltà legate all’andamento della pandemia, ha proseguito nel solco di un confronto costruttivo e di una costante collaborazione che ha cercato di mantenere con tutti i dirigenti degli uffici giudiziari; ha fornito con proprie risorse economiche ed umane, un decisivo ausilio alle cancellerie di tutti gli uffici di primo e secondo grado”, ma è “anomalo” che le “carenze e scoperture” debbano essere tamponate “da chi non è organo dello Stato dispensatore del servizio”.

L’Ordine forense di Terni “lamenta i tempi eccessivi di erogazione dei compensi ai patrocinanti a spese dello Stato, che per il pregiato ruolo di utilità sociale svolto, meritano il riconoscimento, sia quanto agli importi, sia quanto alla tempestiva corresponsione”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Anno giudiziario, gli avvocati contestano le riforme: "Cancellate importanti facoltà difensive"

PerugiaToday è in caricamento