Pandemia in Umbria, c'è un caso Foligno che preoccupa la Regione e il Comitato scientifico
La curva si stabilizza ma non cala e il picco dei positivi ogni 100mila abitanti è il doppio di quello dell'intera provincia di Perugia
C'è un caso Foligno in Umbria, in fatto di diffusione della pandemia. Un caso vero e propri tanto che questa mattina c'è stato un focus sanitario per analizzare i preoccupanti dati che anche dopo il lungo periodo della zona rossa della provincia di Perugia, stanno peggiorando in maniera decisa. Un territorio in controtendenza a livello regionale - dove il calo è costante da 20 giorni - e con valori molto alti anche rispetto al dato nazionale dove le varianti del Covid stanno iniziando a diffondersi facendo cambiare colore a molte regioni del Paese.
Si registrano addirittura a Foligno e territorio 430 positivi ogni 100mila abitanti; il punto più alto registrato a livello regionale a metà febbraio è stato di 380. Una fila costante per fare il tampone, difficoltà a tracciare le persone a rischio dopo la conferma di una positività, forte pressione sul nosocomio cittadino. "C'è un appiattimento della curva ma su livelli decisamente alti. Al momento non c'è flessione. Stiamo analizzando accuratamente cosa sta accadendo a Foligno e territorio".
I tamponi positivi, presi a campione, dal laboratorio di Foligno dimostrano che c'è una forte diffusione della variante inglese che è entrata dentro le case contagiando per prima bambini e giovanissimi - quasi sempre a sintomatici - per arrivare a diffondersi ai genitori e nonni. Focolai domestici estramente veloci. La certezza è che, secondo il nucleo epidemiologico, le restrizioni fino ad oggi adottate - che nel resto della provincia hanno portato giovamento - nel Folignate invece non si dimostrano efficaci. Una situazione di pericolo che sarà al vaglio del Comitato tecnico scientifico di oggi in Regione. Si rischia anche un ordinanza ad hoc per questa area.