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Cronaca

L'amante abbandonata si vendica svuotando il conto dell'ex e spiffera tutto alla moglie, processata

Sotto processo una donna e un presunto complice che cambiava gli assegni sottratti all'amante

La moglie, l’amante e un conto corrente prosciugato. Sono gli elementi del caso finito davanti al giudice ruotando attorno ad un blocchetti di assegni scomparso, con titoli falsificati e piazzati in giro per mezza Italia. Sotto processo l’amante, difesa dall’avvocato Michela Nicito, accusata di aver ricettato gli assegni e un perugino, difeso dall’avvocato Camillo Carini, accusato di averli spesi.

La vicenda inizia dalla fine, cioè quando la moglie di un ricco commerciante d’arte scopre che il conto corrente è praticamente vuoto: mancano 30mila euro.

L’uomo, di 75 anni, dice di non capire, che ci deve essere un errore. Va in ufficio e scopre che un blocchetto degli assegni, con i titoli già firmati e datati, ma con l’ammontare in bianco, tenuto nel cassetto è, invece, sparito. Gli indizi si appuntano sulla collaboratrice che se n’è andata da qualche settimana.

In realtà più che una collaboratrice si trattava dell’amante, alla quale l’uomo faceva molti regali, giustificando le spese con il pagamento di incarichi professionali.

La donna, secondo quanto dichiarato dall’uomo, costituito parte civile tramite l’avvocato Nadia Trappolini, lo avrebbe minacciato di dire tutto alla moglie se non avesse continuato la relazione e i pagamenti. Lui aveva rifiutato, sporgendo querela per estorsione (reato prescritto) e ricettazione degli assegni.

I titoli, intanto, avevano viaggiato in diverse città d’Italia, qualcuno incassato e altri ritirati dalla banca.

Adesso si trovano tutti davanti al giudice in tribunale a Perugia.

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