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Cronaca

Caso Meredith, chiesta l'assoluzione per Amanda Knox e Raffaele Sollecito

Vennero condannati rispettivamente a 28 anni e 25 anni, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, ritenuti gli assassini di Meredith Kercher. Ieri, 16 giugno, si è aperto un nuovo capitolo

La sentenza era arrivata alle 21.55 del 30 gennaio scorso. Prima colpevoli, poi innocenti e adesso nuovamente colpevoli con una condanna a 28 anni per Amanda Knox e a 25 anni per Raffaele Sollecito, ritenuto gli assassini di Meredith Kercher, la studentessa barbaramente uccisa nella notte del primo novembre del 2007.

Si torna nuovamente a parlare del caso Meredith dopo che ieri, 16 giugno, i difensori Della Knox e Sollecito hanno Depositato i ricorsi in Cassazione. Chiesto, così, da parte dei legali l'annullamento della sentenza e quindi l'assoluzione. Il procedimento potrebbe essere trattato tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo. In particolare i legali di Sollecito chiedono che a occuparsi del ricorso siano le Sezioni unite della Cassazione

CRONISTORIA- 1 novembre 2007 - Meredith, studentessa inglese di 22 anni, in Italia per Erasmus, viene uccisa con una coltellata alla gola nel proprio appartamento. Il corpo verrà ritrovato il giorno seguente in camera da letto e coperto con un piumone.

6 novembre – A finire in carcere sono inizialmente Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Patrick Lumumba Diya. Amanda, americana, di Seattle, all'epoca ventenne, è la coinquilina di Meredith e studia all'Università per stranieri di Perugia. Sollecito, 24 anni, pugliese, laureando in ingegneria, ha da un paio di settimane una storia con Amanda. Lumumba, 38 anni, originario dell'ex Zaire, dal 1988 vive in Umbria dove gestisce un pub in cui lavorava Amanda. Tutti e tre si dichiarano estranei all'omicidio. Contro Patrick ci sono le dichiarazioni di Amanda, ma lui sostiene che si trovava nel suo locale.

15 novembre – Vengono trovate tracce di Dna di Meredith e Amanda su un coltello da cucina sequestrato a casa di Sollecito, il 20 novembre Lumumba viene invece considerato estraneo a ogni accusa. Nello stesso
giorno viene arrestato Rudy Guede, ivoriano di 21 anni, bloccato dalla polizia a Magonza, in Germania, dopo che gli investigatori palmari hanno individuato l'impronta di una sua mano insanguinata su un cuscino accanto al cadavere della studentessa inglese e a diverse tracce di Dna in casa.
   
19 giugno – E’ questo il giorno in cui Giuliano Mignini e Manuela Comodi depositano l'atto di chiusura indagini. Per loro Meredith Kercher fu uccisa da Amanda, Raffaele e Rudy per futili motivi.

28 ottobre – Rudy viene condannato a 30 anni di reclusione

5 dicembre – Amanda Knox e R4affaele Sollecito vengono condannati a 26 anni e 25 anni di carcere.

24 novembre - Si apre il processo d'appello per Amanda e Raffaele.

4 ottobre 2011 - La corte d'Assise d'appello assolve i due imputati dall'omicidio “per non avere commesso il fatto” e ne dispone la scarcerazione. Il pg ne aveva chiesto l'ergastolo.
   
25 marzo 2013 -
Il processo ad Amanda e Raffaele approda in Cassazione. Il pg chiede l'annullamento della sentenza di assoluzione, definita un “raro concentrato di violazioni di legge e di illogicità.

26 marzo  - La Suprema corte annulla la sentenza di secondo grado e rinvia alla Corte d'appello di Firenze per un nuovo processo.
   
30 settembre - A Firenze si apre il nuovo processo di appello.

30 gennaio, sentenza condanna - Amanda Knox a 28 anni e sei mesi ed Raffaele Sollecito a 25 anni sono stati  condannati per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa barbaramente uccisa nella notte del primo novembre del 2007. Divieto di espatrio per Raffaele Sollecito e nessuna misura cautelare per Amanda Knox. Lo ha deciso la corte d'appello di Firenze. Impassibili i familiari di Meredith Kercher alla lettura della sentenza di condanna. Hanno stretto le mani ai loro legali e hanno scambiato qualche parola con il pg. Dopo sette anni si chiude quindi un altro capitolo di una delle vicende giudiziarie più complesse della storia. Ma il caso si potrebbe sempre riaprire facendo ricorso alla Cassazione, non è quindi detto che la vicenda sia definitivamente giunta al termine. Presente in aula anche Raffaele Sollecito con il suo maglione viola che indossa a tutte le udienze. A seguire da Seattle Amanda Knox, insieme alla madre, alla quale è stata comunicata la sentenza dal suo legale, l’avvocato Luciano Ghirga.

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