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Cronaca

Amanda si appella alla Corte dei Diritti umani contro la giustizia di Perugia: vince il primo round

La Corte europea dei diritti umani ha accolto, in via preliminare, il ricorso contro l'Italia presentato dagli storici difensori di Amanda Knox. Processo iniquo e violenze subite

La Corte europea dei diritti umani ha accolto, in via preliminare, il ricorso contro l’Italia presentato dagli storici difensori di Amanda Knox, la ragazza americana prosciolta in Cassazione dall’accusa di aver partecipato all’uccisione di Meredith Kercher. I legali della giovane di Seattle sostengono che la loro assistita ha subito un processo iniquo. Inoltre di essere stata maltrattata durante l’interrogatorio, si parla di scappellotti sulla testa. La Corte di Strasburgo ha ritenuto valido il dossier e ha comunicato il ricorso al governo italiano affinché possa difendersi.

Il provvedimento prevede anche quella che viene ritenuta la violazione dei diritti di difesa per l’interrogatorio «senza avvocato» al quale Knox venne sottoposta la notte precedente al suo arresto.  In particolare nel ricorso si fa riferimento a una pronuncia della Cassazione dell’aprile 2008, in fase cautelare, che confermò la custodia in carcere per Amanda. Furono gli stessi giudici italiani - hanno sostenuto i legali dell’americana - a dire che nell’interrogatorio in questura ci fu una "palese violazione" dei diritti della giovane di Seattle perché questa venne sentita senza un difensore "pur essendo già persona che aveva acquisito la veste d’indagata".

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