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Cronaca

Amanda Knox in Italia, il pm Mignini: "E' una donna libera, può andare dove vuole, ma resto perplesso"

Il magistrato spiega: "Nella sentenza definitiva è scritto chiaramente che la ragazza era sul luogo del delitto nel momento in cui si commetteva"

“Amanda è una persona libera e può andare dove più le aggrada. Per quanto riguarda Modena aspettiamo di conoscere quanto dirà. Mi sembra di aver capito che non è stata chiamata per parlare di errori giudiziari, che nel suo caso non si è verificato, ma di processo mediatico. Su questo posso dire che, dopo la fase di indagine preliminare in cui è stata additata per quello che non è, la pressione mediatica si è rovesciata tutta sugli inquirenti”. È quanto afferma Giuliano Mignini, sostituto procuratore presso la Corte d’appello di Perugia, e già pubblico ministero nel processo ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito. 

VIDEO Amanda Knox in Italia, il pm Mignini: "Nel processo mediatico finirono inquirenti e città"

Amanda Knox, condannata e poi assolta definitivamente per l’omicidio di Meredith Kercher, è in Italia per partecipare al festival della giustizia Penale di Modena.

“Mi lascia sorpreso il fatto che Amanda e l’ambiente statunitense non abbiano capito cosa dica la sentenza definitiva – riprende il magistrato – Non commento la decisione della Cassazione, ma ci sono delle perplessità sulla definizione dal caso: due sentenze in palese contrasto, una che annulla l’assoluzione della Corte d’appello di Perugia e un’altra quella di condanna della Corte d’appello di Firenze. Di fatto sull’omicidio Kercher non c’è una sentenza di merito – prosegue Mignini - Nella sentenza della Cassazione, da pagina 45 a pagina 49, è scritto in maniera chiara che Amanda era sul luogo e nel momento del delitto, tanto da macchiarsi del sangue della vittima. E siccome Sollecito era sempre con lei, è presumibile che fosse anch’egli presente. La condanna di Rudy, infine, è in concorso con altre persone. Non capisco questa convinzione senza fondamento, forse non hanno capito la sentenza o non l’hanno letta”.

Quanto all’attenzione mediatica il magistrato perugino sostiene che all’inizio Amanda “è stata presa di mira e dipinta come una mangiatrice di uomini, una ragazza cattiva, cosa non vera, ma che in seguito la pressione mediatica sia stata rivolta contro gli inquirenti e, soprattutto, contro Perugia, calunniata da persone che non conoscono la città, che è stata solo teatro di un delitto”.

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