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Cronaca

Impianto ittico illegale, prima la multa per inquinamento, poi la valutazione positiva. L'inutile battaglia davanti al Tar

Due opposte determinazioni dirigenziali della Regione Umbria: una blocca l'allevamento con sanzione da 35mila euro, la seconda dà il via libera

Impianto ittico fuori legge, la Regione multa il titolare di 35mila perché sarebbe nocivo per l’ambiente. Scatta così il ricorso al Tribunale amministrativo regionale.

Il titolare della società agricola che ha realizzato l’impianto, difeso dagli avvocati Alessandro Formica e Michela Paganelli, ha presentato ricorso contro la Regione Umbria, difesa dall’avvocato Luciano Ricci, chiedendo l’annullamento della nota dirigenziale “con la quale è stato stabilito il divieto di utilizzo di quelle parti dell’impianto ittico di proprietà della ricorrente realizzate senza previa sottoposizione a valutazione di impatto ambientale” e contestando “l’applicazione di una sanzione amministrativa di euro 35.000 pari al minimo della sanzione erogabile ai sensi di legge”.

Tra la presentazione del ricorso e la fissazione dell’udienza, però, è arrivata un’altra determina dirigenziale con la quale si dispone “la non assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale dell’impianto ittico” in questione è stato accertato che non provoca “impatti negativi e significativi sull’ambiente”.

Per questo motivo i giudici amministrativi hanno dichiarato “la cessazione della materia del contendere”, disponendo la compensazione delle spese del giudizio.

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