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Cronaca

Allevamenti lager, galline in gabbie-trappola: Forestale denuncia sei imprese

Dichiaravano etichette per uova da allevamento secondo le norme su benessere animale, ma in realtà sfruttavano le galline in gabbie dove non potevano neanche muoversi

Uova sospette, con una dichiarazione di origine confusa e tutta da verificare e con il rischio che avrebbero potuto nuocere la salute. La Guardia Forestale dello Stato ha denunciato sei proprietari di aziende non in regola "per aver posto in vendita uova di provenienza diversa da quella dichiarata".

In diverse aziende soggette a verifica gli animali vengono ancora allevati in impianti produttivi che utilizzano gabbie tradizionali, che non sono cioè state modificate al fine di rispettare i requisiti minimi previsti dalla normativa vigente, non sono state “arricchite” è il termine usato dal legislatore. E’ stato accertato in sede
di controllo, presso le aziende ed il commercio al dettaglio, che le uova così prodotte vengono comunque messe in vendita per il consumo diretto con lo stesso codice 3, in contrasto quindi con la normativa vigente che individua
con quel codice una tipologia di allevamento in gabbia ben diversa.

Al riguardo nella regione Umbria le competenti Autorità di controllo, le Asl, con diffida scritta hanno impartito precise disposizioni alle imprese di allevamento che devono provvedere a sostituire le vecchie strutture costituite da gabbie tradizionali il cui utilizzo è vietato. In mancanza di tale adeguamento i titolari delle aziende rischiano di rispondere del reato di maltrattamento animale, punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. Ulteriori accertamenti al riguardo saranno presto effettuati al fine di verificare il benessere degli animali.

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