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Cronaca Assisi

Comune di Assisi e Tar chiudono la casa di preghiera: è un albergo non autorizzato

La Comunità di Bose contro l'amministrazione comunale di Assisi: la struttura offre ospitalità a pellegrini e gruppi di preghiera

Il Comune di Assisi, la Polizia e il Tribunale amministrativo regionale chiudono la casa di accoglienza della Comunità di Bose: non sarebbe una casa che accoglie fedeli per la preghiera, ma un albergo che ospita turisti.

Il primo stop è arrivato con l’ordinanza n. 249 del 12.9.2018 del Dirigente del Settore Gestione del Territorio - Sportello Unico Attività Produttive e Edilizia del Comune di Assisi con la quale si ordinava “di cessare immediatamente l'attività esercitata senza titolo abilitativo in Assisi”. Secondo quanto riportato nel verbale di ispezione della Polizia di Stato sarebbe risultato un uso diverso da quello consentito, cioè un’attività imprenditoriale nel settore del turismo e non l’accoglienza per gruppi di preghiera e per ritiri spirituali.

La Comunità di Bose, tramite l’avvocato Paolo Sportoletti, ha presentato ricorso al Tar chiedendo la sospensiva dell’ordinanza del Comune di Assisi, confermando che la struttura è una “casa di convivenza religiosa” e non un albergo.

I giudici amministrativi, in data 7 gennaio del 2019, hanno rigettato la richiesta della Comunità di Bose in quanto “l attività istituzionale della comunità, in attesa del pronunziamento collegiale sulla istanza in esame, può svolgersi in assenza dei servizi di ospitalità che la supportano (e che vengono assimilati all’attività alberghiera dal provvedimento impugnato), non ricevendo quindi un pregiudizio tale da potere essere evitato con la richiesta misura di estrema urgenza”.

Se ne discuterà, quindi, in camera di consiglio il 30 gennaio del 2019.

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