Partita finisce in rissa, Carabiniere preso a cinghiate: "Mettiti la telecamera nel c..."
A fare le spese degli agguerriti tifosi ben sei Carabinieri. A dover, invece, comparire di fronte al giudice solo 4 persone, tre delle quali hanno patteggiato
Si erano messi in testa di sfondare il cordone e darsele di santa ragione, senza però fare i conti con il fatto che sarebbero ben presto intervenute le forze dell’ordine per calmare gli animi. Protagonisti della vicenda, che risale a un non lontanissimo 2012, alcuni tifosi del Pierantonio e dell’Arezzo che dovranno adesso comparire di fronte al giudice (tre hanno patteggiato) per rispondere dei reati, tra gli altri, di lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale.
I fatti - Una rissa in piena regola, nata per futili motivi legati all’amore malsano per la propria squadra. Le due tiferei si sarebbero trovate fuori dallo stadio ed è qui che avrebbero iniziato a picchiarsi. Vedendo la baruffa, sarebbero immediatamente intervenuti i Carabinieri che avrebbero subito tentato di sedare gli animi. Ma l’ira, a seguito dell’intervento, sarebbe cresciuta ancora di più, dato che uno dei tifosi, stando al racconto delle forze dell’ordine, avrebbe preso la propria cintura e si sarebbe scagliato contro di loro, picchiando quasi alla cieca.
L’uomo, insieme ad alcuni “compagni”, non si sarebbe fermato qui. Come si legge nel capo d’imputazione, avrebbe preso a calci e pugni i Carabinieri e urlato contro uno di loro. “Vieni qua con la telecamera che te la ficco nel culo,… t’ammazzo”. E ancora: “Testa di cazzo, bastardo”. A fare le spese degli agguerriti tifosi ben sei Carabinieri. A dover, invece, comparire di fronte al giudice solo 4 persone, tre delle quali hanno patteggiato. Le uniche che sono state identificate a seguito dell’episodio. Le altre coinvolte, vedendo la malaparata, hanno deciso di darsela a gambe. Uno degli imputati, difeso dall’avvocato Massimo Perari, ha deciso di affrontare tutto il processo senza deviare per la strada del patteggiamento.