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Cronaca

Aggressione nel carcere di Spoleto: SAPPe proclama lo stato di agitazione

Dopo la grave aggressione ai danni dell'assistente capo della polizia penitenziaria, il SAPPe proclama lo stato di agitazione, in previsione di forme di protesta anche più eclatanti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

Dopo la violenta aggressione Aggredito agente al carcere di Spoleto
all'assistente capo di polizia penitenziaria nel carcere di Spoleto
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il Sindacato Autonomo di Polizia peniteniziaria alza la voce e lo fa, proclamando lo stato di agitazione dal 17 luglio.

Nella nota, il SAPPe afferma che: "E' trascorso un anno esatto dall’ispezione ministeriale inviata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria presso il carcere di Spoleto, ma oltre a non aver appreso gli esiti di tale azione Ministeriale, non abbiamo notato alcun effetto positivo sulla gestione dell'istituto".

"Siamo purtroppo costretti a registrare l’ennesimo fatto gravissimo avvenuto nella mattinata di ieri in una sezione dei detenuti “alta sicurezza”, ove un detenuto italiano ha improvvisamente e selvaggiamente preso a pugni un assistente capo della polizia penitenziaria, che dopo essere stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Spoleto e subito dopo a quello di Terni per ulteriori e migliori accertamenti, ha riportato lesioni con prognosi iniziale di 75 giorni e conseguente intervento chirurgico da eseguire i prossimi giorni.

Altri fatti di cronaca. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria aveva già espresso gravi preoccupazioni per il futuro in un comunicato stampa emanato per un analogo episodio accaduto il 26 marzo u.s. e purtroppo, quello di ieri è il 4° grave episodio dell’anno 2012. Solo a titolo di esempio, pochi giorni fa anche un medico di guardia che aveva soccorso un detenuto 41 bis ha subito un’aggressione, che fortunatamente non ha portato conseguenze fisiche al sanitario e negli ultimi due mesi due detenuti si sono resi responsabili di gravi e reiterate minacce ed oltraggio a P.U. ( per questo denunciati all’A.G.) ma la Direzione oltre ad applicare lievissime punizioni disciplinari non ha neanche richiesto il trasferimento di tali soggetti a tutela del personale minacciato.

E’ davvero incredibile che a causa del grave sovraffollamento, (685 detenuti presenti rispetto ai 630 previsti come soglia tollerabile, fra pochi giorni potrebbero giungere altri 25 detenuti in rientro dai processi), a Spoleto non esistono stanze singole per far scontare le sanzioni disciplinari dell’esclusione delle attività in comune dei detenuti ( cd. isolamento ), ma di questo problema, evidentemente, la Direzione ed il Comandante del Reparto non se ne curano eccessivamente in quanto dette sanzioni vengono comminate molto raramente e nella maggior parte dei casi sospese.

E’ inequivocabile che, nonostante la L. 354/75 ed il D.P.R. 230/200 prevedano espressamente procedure e sanzioni disciplinari che andrebbero comminate e commisurate alla gravità dei comportamenti dei detenuti, la continua indulgenza utilizzata dalla Direzione e dal Commissario Comandante non fa altro che annullare quella funzione deterrente voluta dal legislatore, volta alla corretta gestione di tipologie di detenuti pericolosi e violenti.

La Polizia Penitenziaria di Spoleto non si sente tutelata né dalla Direzione, né dal proprio Comandante (che ci risulta voglia essere distaccato in altra sede) né dall’Amministrazione Penitenziaria ed è veramente stanca di subire disagi e pericoli continui e gratuiti.

Incolumità del personale a rischio. L'attuale gestione del carcere spoletino, ormai risulta palese, non è in grado di tutelare l'incolumità del personale amministrato e colleziona fallimenti dopo fallimenti. Dal 17 luglio, il SAPPe ha proclamato lo STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE con la previsione di azioni di protesta anche eclatanti, che saranno portate avanti fino a che non ci saranno risposte concrete e risolutive da parte del Provveditorato Regionale dell’Umbria e del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, richiedendo fin d’ora una nuova ed urgente ispezione ministeriale utile a fare chiarezza sulle responsabilità dell’inefficacia del sistema sanzionatorio applicato a Spoleto.

Oltre alle preoccupazioni per la propria incolumità, il personale sta soffrendo enormemente anche per la grave carenza di organico del ruolo agenti assistenti, carenza pari al 26%,( 237 agenti in organico rispetto ai 307 previsti ), ma per conteggi letteralmente falsificati il DAP continua ad affermare che il personale è sufficiente, ciò dovuto ad una spinosa questione relativa llla mancanza di una pianta organica del carcere di perugia capanne, che di fatto consente al DAP di falsare tutti i dati.

Di fatto, è solo grazie allo spirito di sacrificio del personale, costretto a turni quotidiani di lavoro straordinario e doppio posto di servizio, che stanno consentendo la fruizione delle ferie estive anche per quest’anno, ma la sicurezza interna è realmente sotto gli standard minimi. Sono in procinto di essere assegnati nelle varie regioni italiane oltre 1000 Neo agenti, che allo stato, proprio per una mancata chiarezza sul numero di personale realmente presente in organico nella regione e di quello occorrente, rischiano di non incrementare l'esiguo organico di Spoleto depauperato anche dai recenti pensionamenti.

Il sindacato rivolege, dunque un appello alle istituzioni umbre: "Ci appelliamo nuovamente, prima che sia troppo tardi, ad un concreto e sinergico impegno di tutte le SS.VV. alle quali la presente è diretta, nel porre in campo tutte le possibili iniziative finalizzate alla decongestione di una situazione allarmante che coinvolge, non solo la polizia penitenziaria, ma tutti i cittadini Umbri.

 

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