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Cronaca

Cane aggredisce signora a passeggio, proprietario condannato a risarcire

Il procedimento penale si era chiuso con l'assoluzione, mentre il giudice civile ha deciso un senso inverso valutando le prove diversamente

Il giudizio penale si è concluso con la piena assoluzione del cane e del padrone. Nel civile, invece, il giudice, pur tenendo conto della sentenza di assoluzione, ha stabilito che il cane in questione aveva contribuito alla caduta della signora, stabilendo così un risarcimento da parte del proprietario per responsabilità oggettiva.

Avevamo già scritto del caso QUI e di come il proprietario del cane fosse stato assolto sulla base di alcuni elementi: l’animale era malato, con una zampa fasciata, il collare elisabettiano e il fatto di non essersi mai mosso dal garage. Insomma, non vi sarebbe stata la prova che quel cane avrebbe fatto cadere la signora e aggredito l’animale della stessa.

Il giudice civile, nella causa intentata dalla donna, assistita dall’avvocato Luigi Costa, contro il proprietario del cane, assistito dall’avvocato Ulisse Bardani, ha fatto un altro ragionamento sulla base degli stessi elementi. Il cane non sarebbe potuto uscire dal garage perché c’è una sola uscita dopo una scala? Se è un garage ha anche un ingresso per le auto.

Il cane è stato visto sia nei giorni precedenti l’aggressione sia in quelli successivi. Si tratta di vicini di casa che conoscono l’animale, quindi è verosimile che anche quel giorno il cane fosse al parco.

La donna aggredita si è recata al Pronto soccorso tre giorni dopo, come ha ammesso ella stessa, a causa del dolore alla spalla, ma questo non significa che sia caduta in altra occasione. Quanto alla caduta per via dei tacchi il giudice lo esclude: il cane della signora aveva riportato ferite da morso di un altro animale. L’avvenuta aggressione, quindi, non è fasulla. Una perizia del consulente tecnico d’ufficio, inoltre, ha stabilito che la dinamica dell’aggressione, così come riferita dalla vittima, è compatibile con le ferite riportate.

Il collare ad imbuto o elisabettino, ad esempio, sarebbe stato prescritto dopo l’avvenuta aggressione e non prima.

La conclusione del giudizio civilistico, quindi, è che è molto probabile che l’aggressione sia avvenuta e la ricostruzione più verosimile è quella della donna. E le prove presentate fanno scivolare la causa a favore della vittima, con tanto di risarcimento per 24mila euro.

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