Perugia, "Il San Francesco potrebbe diventare il terzo aeroporto di Roma, non ci manca nulla"
Parla l'esperto di infrastrutture e di aeroporti, il colonnello Alessio Trecchiodi, la cui esperienza in materia è accreditata dall’essere un ex appartenente all’aeronautica
Caro aeroporto, quanto mi manchi! Ma perché l’Umbria non sa utilizzare adeguatamente le infrastrutture delle quali dispone e non riesce a pensare in grande? Insomma: perché non vuol “decollare”? Se lo chiede un esperto di infrastrutture e di aeroporti, il colonnello Alessio Trecchiodi, la cui esperienza in materia è accreditata dall’essere un ex appartenente all’aeronautica, oltre che un riconosciuto esperto in materia di trasportistica.
Ce lo spiega con esempi e linguaggio semplicissimi, in modo che il lettore possa comprendere senza sforzo, pur non essendo uno specialista di settore. Dice: “Per realizzare un aeroporto occorrono 2 chilometri quadrati di superficie, liberi da ostacoli montuosi per una decina di chilometri, in particolare nella direzione della pista”.
E aggiunge: “Occorre, ovviamente, realizzare la pista medesima, i raccordi, l’aerostazione, la caserma dei pompieri, organizzare la presenza della Guardia di Finanza e della Polizia. Serve la torre di controllo, la stazione meteo e altre decine di infrastrutture, tra cui il costosissimo deposito di carburante”.
Ma cosa ci manca?
“Nulla”.
Ci spiega meglio?
“Abbiamo la fortuna di poter disporre di tutto questo e di aver fatto convergere i flussi di ben 5 superstrade. C’è una ferrovia a un tiro di schioppo, con un progetto di deviazione della direttrice Ancona-Roma, tanto da consentire al San Francesco di diventare il terzo aeroporto romano”.Allora, cos’è che non va? “L’ottusità di chi non vuol capire e rema contro i Freccia Rossa!”.
Perché, dove si sbaglia?
“Molti non comprendono la necessità di collegare la regione con dei Freccia e farne il terminal più prestigioso del Centro Italia, che ha un valore di ben 2 miliardi di euro. Purtroppo, vediamo gente che rema contro i Freccia in Umbria, a favore di un terminal fuori regione per realizzare, tra l’altro, la fotocopia della stazione di Arezzo, già operativa coi Freccia”.
A quali ragioni fa capo questa contrarietà?
“Non riescono a capire gli interessi strategici della regione con riflessi su turismo, cultura, economia. È come avere un conto in banca stratosferico e vivere in miseria. Insomma: si hanno risorse, ma non si riesce a utilizzarle: per pigrizia mentale, miopia politica e incapacità gestionale”.