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Cronaca

Fugge dal centro di accoglienza e dopo 5 mesi chiede di nuovo aiuto: richiesta respinta

La richiesta di ripristino delle misure di ospitalità non erano neanche motivate

Fugge dal centro di accoglienza, sparisce per mesi e poi si ripresenta chiedendo l’annullamento della decisione della Prefettura di revoca delle misure di accoglienza nei sui confronti.

Il ricorrente si è rivolto al Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria per chiedere la sospensione cautelare del provvedimento prefettizio, ma i giudici hanno ritenuto che “ad un sommario esame proprio della presente fase di giudizio, non appare assistito dai prescritti requisiti per la concessione della richiesta misura cautelare, poiché, dagli elementi di valutazione acquisiti in corso di causa, non emergono profili che inducono ad una ragionevole previsione di un suo esito favorevole”.

Secondo i giudici amministrativi il ricorrente si è reso irreperibile “per propria consapevole condotta, allontanandosi il giorno 28 aprile 2022” dal centro che lo ospitava “omettendo altresì qualsiasi comunicazione, anche solo verbale, al personale dell’ente gestore della struttura e, ciò che più rileva, alla Prefettura”. Una condizione “vincolante” per la misura di accoglienza.

Una volta rintracciato dalle forze dell’ordine è stato provato che l’allontanamento non era stato determinati “da caso fortuito, forza maggiore o gravi motivi personali, né durante i giorni seguenti la propria uscita” dal centro “né durante tutti i quasi 5 mesi successivi trascorsi, così dimostrando di non avere più interesse né bisogno di fruire delle misure dell’accoglienza”.

La richiesta di ripristino della misura di accoglienza, tra l’altro neanche “adeguatamente motivata” fa sì che non sia “deducibile un periculum in mora di grave ed ingiusto pregiudizio”. Ne consegue il rigetto della richiesta di istanza cautelare.

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