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Cronaca Castiglione del Lago

Non ci si salva da soli, Trasimeno-Orvieto alleati con Valdichiana, Amiata-Valdorcia: azioni comuni contro spopolamento, energia e lavoro

Un patto tra più anime che si pone l'obiettivo di promuovere uno sviluppo integrato dell'intero territorio attraverso la creazione di un “laboratorio sperimentale interregionale per la ricerca e l’innovazione”. Gli obiettivi

Un patto umbro-toscano delle aree occidentali che soffrono degli stessi mali e cercano una strategia comune per rilanciae i territori anche quelli marginali. 
Trasformare “luoghi ai margini”, Patto Territoriale interregionale V.A.T.O. (Valdichiana, Amiata-Valdorcia, Trasimeno e Orvietano) un territorio con
un'estensione di 3.450 kmq e una popolazione residente di 225.000 abitanti, che è stato signao n località Torri Chiusine, al confine tra l’Umbria e la Toscana. Un patto tra più anime che si pone lìobiettivo di promuovere uno sviluppo integrato dell'intero territorio attraverso la creazione di un “laboratorio
sperimentale interregionale per la ricerca e l’innovazione”. Gli obiettivi: contrastare il processo di spopolamento delle aree interne; promuovere la
produzione di energia rinnovabile; tutelare i bacini imbriferi lacustri; superare deficit infrastrutturali sul sistema del trasporto delle persone e delle merci; rafforzare l’obiettivo di una stazione di raccordo con l’alta velocità all’interno di un bacino geografico interregionale.

La strategia è condivisa da circa 70 diversi enti e soggetti imprenditoriali, operanti in quattro aree geografiche (Valdichiana, Amiata-Valdorcia, Trasimeno e Orvietano) e con la quale si punta a promuovere ed incentivare il reinsediamento nei centri abitati, valorizzando il loro carattere identitario, promuovere un processo di valorizzazione e rigenerazione urbana e contrastare criticità quali le “difficoltà nel mantenimento dei servizi essenziali in particolare nei centri minori e borghi rurali”. Contrastare il progressivo processo di spopolamento delle aree interne/periferiche significa anche mettere mano al riordino del sistema della mobilità dell’area e la sua accessibilità con investimenti mirati su mezzi di nuova generazione.

Una progettualità di area vasta mirata alla produzione di energia rinnovabile, anche alla luce della situazione di straordinaria crisi energetica, con l’obiettivo della progressiva indipendenza e autosufficienza energetica, candidando l’area VATO per una unitaria strategia di transizione energetica. Senza dimenticare la salvaguardia dei bacini imbriferi del Trasimeno, del Lago di Chiusi, del Lago di Montepulciano e di Corbara e la valorizzazione del patrimonio naturalistico, storico e archeologico per uno sviluppo culturale e turistico ecosostenibile. Il protocollo ha poi lo scopo di superare i disservizi e i deficit sul sistema del trasporto delle persone e delle merci, e rafforzare l’obiettivo di una stazione di raccordo con l’Alta velocità all’interno di un bacino geografico interregionale dove l’area del patto territoriale interregionale VATO risulta zona baricentrica tra le due stazioni metropolitane di Roma e Firenze.

Il comitato cercherà anche la collaborazione con il Dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università di Perugia e il Dipartimento di scienze politiche e internazionali dell’Università di Siena, con i quali dar vita ad un “laboratorio sperimentale interregionale per la ricerca e l’innovazione” che lavori al superamento delle criticità ambientali, infrastrutturali ed energetiche. “Tra i punti di forza di questa esperienza – ha concluso Ciarini – c’è la creazione di una sorta di ‘comunità di area vasta’ che tende a condividere ed elaborare una visione comune dello sviluppo che supera i confini amministrativi e rafforza la strategicità delle politiche di area vasta. In questo contesto il coinvolgimento di tutti gli attori chiave, insieme alle Università di Siena e Perugia, può rappresentare una straordinaria opportunità”.

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