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Cronaca

L'Accademia scrive al sindaco Romizi: telecamere e cancello contro i vandali

L’Accademia di Belle Arti si muove, anche a seguito della segnalazione effettuata da PerugiaToday, circa lo scempio compiuto da ignoti imbrattatori all’interno della loggetta attraverso la quale si accede all’Aba e al Museo

L’Accademia di Belle Arti si muove, anche a seguito della segnalazione effettuata da PerugiaToday, circa lo scempio compiuto da ignoti imbrattatori all’interno della loggetta attraverso la quale si accede all’Aba e al Museo. Non da oggi si ripetono atti indecorosi, proprio nei pressi dell’antico e prestigioso complesso monumentale di San  Francesco al Prato: cacche di cani, presenza di profilattici, bottiglie di birra e lattine, cicche di tabacchi “speciali”, incarti di snack… e quant’altro. Uno spettacolo decisamente indegno del “contenitore” e del contenuto. 

L’Aba si attiva anche attraverso la persona del conservatore dei beni, Giovanni Manuali. Il conservatore, nonché accreditato esperto restauratore, scrive al sindaco Romizi ricordando che una delle ragioni che consentono impunemente il verificarsi di certi atti vandalici risiede nella mancata sorveglianza e nella impossibilità di allontanare la colonia di sbandati che, da questa estate, bivacca giorno e notte sul prato di San Francesco e sulle scale di San Bernardino. Beni lasciati in balìa di chiunque voglia porre in essere danneggiamenti e oltraggi al patrimonio storico artistico della Vetusta.

Commenta: “È un miracolo che ancora non si siano verificati danneggiamenti alla facciata di San Bernardino”. E aggiunge: “Più volte ho segnalato all'assessore Severini la mancanza di telecamere a protezione della facciata e delle mura di S. Francesco”. “Noi – precisa – come Accademia, non abbiamo nostre telecamere in quel punto, ma l'uso del prato, con cani senza guinzaglio, assembramenti di gente giorno e notte, bottiglie di birra il sabato e la domenica, devono essere regolate dai vigili e le mancanze di sicurezza vanno gestite dal Comune insieme alla Soprintendenza”.

Proposta finale: quella di poter collocare un cancello all'ingresso. Che poi non sarebbe né impattante, né inutile, visto il ripetersi di atti inqualificabili.

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