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Cronaca

Illecita assunzione in sanità, chiesto il giudizio per un dirigente regionale

La difesa: "Nessuna utilità personale e mai firmati gli atti che avrebbero permesso di pagare lo stipendio al neo assunto"

La Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio di un dirigente regionale, settore sanità, per abuso d’ufficio, per aver alterato un concorso pubblico allo scopo di favorire l’assunzione del figlio di un altro noto ex dirigente.

Il dirigente regionale, difeso dagli avvocati Giacomo Leonelli e Gabriele Stafficci, ha fatto spontanee dichiarazioni, puntualizzando di aver adempiuto ai doveri d’ufficio sulla base della normativa vigente e che la sua condotta è rimasta nei limiti normativi previsti. Quanto all’assunzione non sarebbe dipesa da lui.

Secondo l’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Mario Formisano, il dirigente avrebbe interferito nell'assunzione al Comitato etico delle aziende sanitarie dell'Umbria “con atti orientati alla sola realizzazione di un interesse collidente con quello per il quale il potere gli era stato attribuito”. Garantendo il posto, con un compenso annuo di 34.177 euro, al figlio di un altro dirigente. Essendo “a conoscenza dell'assenza dal lavoro di ... circostanza peraltro ripetutamente segnalata dai colleghi di lavoro” non avrebbe adottato “i provvedimenti previsti dalla legge e dal contratto individuale di lavoro; in particolare non chiedeva che il lavoratore relazionasse periodicamente sull'attività svolta, non applicava penali sul compenso, non recedeva dal contratto di lavoro, non ne chiedeva la risoluzione per inadempimento”.

Per i difensori dell’imputato, Leonelli e Stafficci, non ci sarebbe stato alcun “ingiusto vantaggio patrimoniale” né svantaggi per l’Azienda ospedaliera. Il dirigente non avrebbe potuto rimuovere il dipendente senza “compiere atti censurabili a livello legale”.

Come avrebbe favorito il dipendente se non ha firmato gli attestati che permettevano di pagarne lo stipendio e dopo sette mesi proporre alla direzione il recesso per le assenze? Da qui la richiesta di non luogo a procedere in quanto “estraneo ai fatti oggetto d'imputazione, avendo operato in adempimento dei propri doveri d'ufficio nell'interesse generale e della pubblica amministrazione”.

Il giudice per l’udienza preliminare Natalia Giubilei ha rinviato al 27 aprile per le repliche dell’accusa e poi la decisione sul rinvio a giudizio o sul non luogo a procedere.

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