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Cronaca Torgiano

I vicini costruiscono una strada sul suo terreno e lui finisce nei guai per un cancello abusivo

Battaglia legale di un proprietario raggiunto da un'ordinanza di demolizione di un manufatto costruito dove non poteva, ma costretto dagli abusi dei confinanti

I vicini costruiscono una strada che attraversa la sua proprietà e gli impediscono l’accesso a casa sua, costringendolo a spostare il cancello e costruirlo in un punto non indicato nel progetto. Inizia così la disavventura giudiziaria di un torgianese che si ritrova nei guai per abuso edilizio, con una proprietà che non può vendere per gli abusi contestati e con alcune particelle dei suoi terreni non più in suo possesso perché sottratti dai vicini per costruire la strada di acceso alle loro proprietà.

L’uomo, difeso dall’avvocato Chiara Egle Orsini, si è rivolto al Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria, per ottenere giustizia, chiamando in causa il Comune di Torgiano, rappresentato dagli avvocati Elena Torresi e Francesca Barcaccia, e tre vicini di casa, difesi dagli avvocati Riccardo Rossi e Mauro Bigi, contestando una serie di atti amministrativi ed edilizi relativi al piano di lottizzazione “Belvederino” nel territorio comunale di Torgiano.

E si parte da lontano, essendo la concessione edilizia del1993 “per la realizzazione di una casa bifamiliare, ma che i proprietari dei lotti limitrofi avrebbero tracciato la strada interna di accesso ai lotti in difformità dalle previsioni degli elaborati del piano di lottizzazione, costringendo in tal modo anche lo stesso ricorrente a posizionare il cancello di accesso alla sua proprietà in corrispondenza del tracciato definito dagli altri lottizzanti, ma in difformità dal piano di lottizzazione”.

Proprio a causa delle difformità edilizie il proprietario avrebbe avuto difficoltà a vendere la proprietà, tentativi “vanificati dagli abusi realizzati in relazione alla strada di accesso dagli altri proprietari lottizzanti”.

A nulla sarebbero valse le proteste e le azioni presso il Comune di Torgiano. Anzi, avrebbero portato ad accertamenti e alla contestazione della realizzazione del cancello in difformità dalla concessione edilizia e dalle pratiche che autorizzavano la costruzione. Certo, il Comune “avrebbe accertato abusi nei confronti di diversi dei lottizzanti confinanti”, ma imposto anche a lui di demolire “le opere eseguite in difformità parziale dalla concessione edilizia”. Da qui il ricorso al Tar contro tale ordinanza e di quella successiva con la quale è stata “disposta l’esecuzione della stessa (cioè la demolizione, ndr). a cura dell’amministrazione e a spese del responsabile dell’abuso”.

Per i giudici amministrativi, però, l’abuso c’è, non importata da cosa sia stato provocato e per questo ha regettato il ricorso del proprietario.

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