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Cronaca Pian di Massiano

Prostituta barbaramente uccisa, il medico legale in aula: "Il killer ha colpito per uccidere"

Ripercorsi in aula gli ultimi attimi di vita di Beatriz, la prostituta uccisa in una stradina nascosta a Pian di Massiano. Presente anche l'imputato che è attualmente libero nonostante l'accusa di omicidio

La figlia di Beatriz, Nilda Rodriguez, la prostituta che venne uccisa in una stradina nascosta nei pressi di Pian di Massiano, entra ed esce dall’aula. Non le vuole vedere quelle foto che mostrano il cadavere di sua madre. Non le vuole vedere e basta. La sorregge il fidanzato con pazienza, mentre oggi, 17 ottobre, si ripercorre per l’ennesima volta i particolari di quella vicenda accaduti ormai in un lontano agosto 2009.

In corte d’assise l’imputato Desposorio Mendocilla Guadalupe Dolores appare tranquillo anche quando vengono mostrate le foto del corpo della donna. Ed è qui che interviene Pistolesi Luca, il medico legale che esaminò il cadavere: “E’ stato accertato che la vittima è morta tra le 23 del 9 agosto e le 2 del mattino del 10 agosto. La morte è avvenuta per shock emorragico a seguito di una ferita da arma bianca penetrata nella cavità toracica”.  Un colpo sapientemente tirato al cuore. Poi quelle abrasioni su tutto il corpo che testimoniano un trascinamento e quei denti rotti. Ma la vittima sembra non essersi difesa. Nonostante il corpo avesse altre due ferito, ecchimosi e abrasioni, pare che Beatriz non abbia opposto resistenza.

A intervenire anche chi ha ritrovato il corpo: “Sono scappato per la paura, solo dopo ho chiamato la polizia”. Parla di una donna, una certa romena di nome Lacrima che era con lui quando ha scoperto il cadavere: “Avevo paura che le succedesse qualcosa visto che era da poco in Italia”.

A dover giurare di impegnarsi a dire la verità anche il datore di lavoro del presunto assassino. Ha mai avuto comportamenti violenti Desposorio? Questa una delle prima domande. “No, è sempre stata una persona tranquillissima”. E in quel periodo (si parla del periodo in cui è avvenuto l’omicidio, ndr.) è apparso tranquillo? “Era solo triste perché stava divorziando dalla moglie e non sapeva se avrebbe rivisto il figlio”. Ma l’imputato lavora ancora nel suo laboratorio tessile? Chiede a un certo punto il giudice intervenendo. “Sì, certamente. Abbiamo lavorato anche ieri”.

L’uomo, nonostante sia indagato per omicidio (art. 575 c.p.), ha mantenuto la sua vita, il suo lavoro. Sicuro di quell’innocenza che ha sempre dichiarato. Nessuno di chi lo circonda lo ritiene infatti colpevole. Ma chi allora trascinò il corpo di Beatriz e lo trafisse con un’arma bianca dalla punta acuminata?

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