rotate-mobile
Covid

Agente della Penitenziaria aggredito in carcere, padre e figlio negano: "Ha interrotto il colloquio bruscamente"

L'accusa: "Insulti, minacce e violenti calci alla testa e all’addome". La sentenza è prevista alla prossima udienza

“Non è vero nulla. Non abbiamo aggredito nessuno. Sono loro che hanno fatto i prepotenti”. Negano, negano tutto i due imputati, padre e figlio, accusati di aver aggredito un agente della Polizia penitenziaria in servizio a Capanne. La sua colpa? Aver interrotto il colloquio con i familiari.

I due, difesi dagli avvocati Giuliano Bellucci, Luciano Ghirga e Daniela Tizzano, sono sotto processo per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e oltraggio a pubblico ufficiale. L’aggressione sarebbe avvenuta durante un colloquio con i familiari in carcere a fine febbraio del 2020, con tanto di arresto e giudizio per direttissima. L’agente della Penitenziaria, costituito parte civile tramite l’avvocato Michele Gambini, avrebbe riportato anche lesioni gravi con inabilità al servizio. Acquisito il certificato medico che attesta il peggioramento delle condizioni di salute dell’agente di Polizia penitenziaria, tanto da essere stato ritenuto inidoneo al lavoro e inviato a visita militare per valutare le sue condizioni.

Secondo la ricostruzione accusatoria, padre e figlio (il primo detenuto, il secondo in visita in carcere) avrebbero aggredito un agente della Polizia penitenziaria che “li aveva invitati a porre termine al colloquio visivo all’interno della stanza colloqui del carcere per scadenza del tempo”. Secondo l’accusa il padre detenuto avrebbe minacciato il poliziotto: “Sei il solito pezzo di m..., infame, fuori ti faccio sistemare io, così impari a vivere” per poi avvicinarglisi “inveendo al fine di aggredirlo”. I due avrebbero sferrato “violenti calci alla testa e all’addome” dell’assistente riportava una contusioni varie al volto e al corpo.

I due erano stati arrestati e il giudice convalidava l’arresto di padre e figlio alla luce della “indole aggressiva del detenuto” e “l’assoluta gratuità della condotta” e l’aggressione scatenata da “futili motivi”, nonché per il “pericolo di reiterazione del reato”.

Nel corso dell’udienza di oggi i due imputati hanno negato ogni addebito. Il giudice ha fissato a giugno la discussione e la sentenza.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Agente della Penitenziaria aggredito in carcere, padre e figlio negano: "Ha interrotto il colloquio bruscamente"

PerugiaToday è in caricamento