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Orto e giardino, come innaffiarlo con poca acqua

In piena emergenza siccità, vediamo come non rinunciare a coltivare il proprio orto o a curare il giardino di casa

Molte persone, specialmente nella nostra verde Umbria, coltivano un orto, piccolo o grande, per tradizione di famiglia, per avere ortaggi freschi e biologici autoprodotti o anche perché avere a che fare con le piante aiuta a curare lo stress. Ma questo purtroppo ha anche delle conseguenze sui costi dell'acqua in bolletta, specialmente in un periodo di siccità come questo.

Con l’arrivo dell’estate e del caldo torrido, le piante richiedono infatti più acqua, ma con le precipitazioni tanto scarse questa preziosa risosra va usata con  grande parsimonia.

Esistono però alcuni accorgimenti che permettono di continuare a coltivare il nostro verde e il nostro orto riducendo al minimo gli sprechi. Vediamo quali sono.

Il segreto è nel riuso dell’acqua

L’orto che coltiviamo accanto casa ha la caratteristica di essere al 100% naturale e nella maggior parte dei casi per quanto riguarda l’irrigazione si “affida” alla pioggia. Ma in estate, non sembre i temporali estivi sono sufficienti a innaffiare il terreno e per non lascire le piante morire di sete senza è fondamentale recuperare proprio l’acqua piovana.

Procuriamoci una cisterna capiente da sistemare in giardino per raccogliere l’acqua quando piove e non solo, anche quella che utilizziamo per lavare o far cuocere le verdure, così come l’acqua di cottura della pasta, possono servire a innaffiare l’orto. L’importante è aggiungere mezzo cucchiaio di aceto ogni litro di acqua per rendere il ph più acido.

Scegliere l’orario giusto

Quando il sole non è ancora alto nel cielo, di prima mattina, è il momento migliore per innaffiare le piante perché il poco claore non causa nelle piante lo shock termico. Inoltre, per evitare sprechi, l’orto non va abbeverato tutti i giorni ma solo quando realmente ce n'è bisogno. Come fare a capirlo? Basta toccare il terreno e verificare se è ancora umido, oppure se le foglie sono fresche vuol dire che la pianta non ha bisogno di irrigazione.

Utilizzare la pacciamatura

Rametti, foglie ed erba, anche residui dello sfalcio, sono ricchi di acqua e rendono il terreno più umido. Questo metodo è detto pacciamatura, e cosiste semplicemente nella distribuzione sul terreno su cui si trovano le piante e gli ortaggi, di un composto formato da paglia, foglie secche e cortecce. In questo modo si crea un ambiente umido che limita l’utilizzo dell’acqua e impedisce la crescita delle erbacce.

 I vantaggi del sistema a goccia

Prendersi cura del giardino e innaffiarlo spesso richiede molto tempo, ecco perché è utile utilizzare il classico tubo o un sistema di irrigazione automatizzato. In questo modo, però, non si permette all’acqua di entrare in profondità fino alle radici, con una conseguente dispersione idrica e la necessità di innaffiare di continuo le piante.

Un sistema che invece permette di risparmiare acqua e fa bene alle piante è quello a goccia. Si utilizza un tubo per l’irrigazione bucherellato attraverso cui l’acqua viene rilasciata poco alla volta senza inzuppare il terreno ma venendo assorbita poco alla volta ed evitando allo stesso tempo di evaporare.

Scegliere piante e ortaggi che hanno bisogno di poca acqua

Non tutte le pianter richiedono abbondante irrigazione, ci sono alcune specie che possono sopravvivere e svilupparsi anche con poca acqua. L’esempio tipico è quello dei legumi come fagioli, ceci e lenticchie il cui terreno ideale è quello secco e asciutto. Accanto ai legumi si trovano anche l’aglio o alcuni tipi di insalate come la rucola, che prediligono la siccità.

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