rotate-mobile
Salute

Vaccini per il Covid, miocarditi e pericarditi: che cosa dicono i dati

I numeri emersi dal report dell'AIFA sulla vaccinazione dimostrano una correlazione molto bassa tra i casi di infezioni e infiammazioni cardiache segnalate e la somministrazione dei vaccini anti SarsCoV-2

Mentr in Italia inizia in questi gionri la somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid alle categoria fragili, si calcola che ad oggi nel mondo sono oltre 5 miliardi le dosi totali inoculate. Tra gli eventi avversi molto rari correlati ai vaccini, e specialmente a Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna), l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) nel suo ultimo report ha indicato la miocardite (infiammazione del tessuto muscolare del cuore) e la pericardite (infiammazione delle membrane che proteggono il cuore).

Sono due forme infiammatorie che in Europa, con un totale di 200 milioni di dosi somministrate, sono state segnalate su 321 persone (157 con pericardite e 164 con miocardite). Si tratta, quindi, di “rari eventi - spiega il Professor Giulio Pompilio, Direttore Scientifico del Centro Cardiologico Monzino - che si sono verificati più frequentemente nella popolazione maschile e nei giovani. Va detto anche che solo in un terzo dei casi si è resa necessaria un’ospedalizzazione, la stragrande maggioranza è stata dimessa senza alcuna conseguenza". In base alle informazioni disponibili lo IEO (Istituto Europeo di Oncologia) ha analizzato il tema dei vaccini anti-Covid e le complicanze al cuore ad essi collegate.

Miocardite e pericardite: cosa sono

La miocardite è un’infiammazione del muscolo cardiaco in genere associata a infezioni virali, batteriche o fungine (o micotiche). Nei casi di infezione l’agente infettivo danneggia o distrugge le cellule muscolari; nel contempo le cellule del sistema immunitario, deputate a combatterla, possono a loro volta danneggiare il muscolo cardiaco, contribuendo in modo rilevante al quadro globale. In questa rara circostanza le pareti del cuore si indeboliscono, con i sintomi tipici di uno scompenso cardiaco. Diversamente, la pericardite è l’infiammazione del pericardio, che è la struttura che riveste e protegge il cuore. Nella maggior parte dei casi, la pericardite è dovuta a un’infezione virale.

Esiste una correlazione tra vaccini e complicanze mio-pericarditiche?

“Quest’associazione - spiega Pompilio - è estremamente rara e nella stragrande maggioranza dei casi non comporta gravi conseguenze e si risolve spontaneamente. Ad esempio, il comitato sulle pratiche vaccinali del centro USA per il controllo e prevenzione delle malattie ha rilevato una probabilità dello 0,0004% di contrarre una mio-pericardite dopo somministrazione dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna”.

Cosa dicono i dati disponibili

Il Ministero della Salute israeliano ha riportato una prevalenza dello 0,0001% di miocarditi successive a vaccinazione a RNA, con le stesse caratteristiche epidemiologiche americane. Per quanto riguarda i vaccini a vettore virale, i dati disponibili sembrano indicare che le complicanze cardiologiche avvengono con frequenza ancora minore. "Le ragioni per le quali si sviluppano questi rari eventi - spiega Pompilio - dopo vaccinazione, non sono ancora perfettamente comprese, si ipotizza che siano da attribuire, in soggetti predisposti, ad un’iperattivazione della risposta immunitaria con generazione di autoanticorpi e all’attivazione di una importante cascata infiammatoria. I dati disponibili descrivono bene quindi quanto sia sbagliato diffondere messaggi allarmistici su problemi al cuore causati dai vaccini, soprattutto se li paragoniamo a ciò che sappiamo in materia di danno sul sistema cardiovascolare causato dall’infezione da SARS-Cov2. Che il virus fosse molto pericoloso per il cuore lo si è ipotizzato subito, già con i primi dati provenienti dalla Cina".

Cosa sappiamo oggi

Tra le certezze di oggi sappiamo che una percentuale variabile tra il 12 e il 20% dei pazienti ospedalizzati per Covid-19 subisce un danno cardiaco oggettivabile. Addirittura, anomalie cardiache da miocardite sono presenti fino al 3% in pazienti giovani sani che contraggono in virus. Inoltre, i dati provenienti dalle cardiologie di tutto il mondo indicano chiaramente che, rispetto all'anno pre-pandemia, i casi di miocardite sono aumentati di oltre il 40%, con un importante contributo relativo del virus SARS-CoV-2. Questi sono i dati successivi alla fase acuta. In più, si sta studiando oggi una sindrome complessa, chiamata Long-Covid, fortunatamente non frequente, di cui fanno parte una serie di sequele a lungo termine dopo l’infezione, che riguardano anche il cuore, di cui non sappiamo ancora la persistenza e la gravità. Appare chiaro quindi quanto sia sproporzionato paragonare i vaccini al virus per quanto riguarda le problematiche cardiologiche. Ritengo doveroso ribadire che la vaccinazione oggi è lo strumento principale che abbiamo per proteggere noi stessi e coloro con cui veniamo in contatto dalla pandemia”, conclude Pompilio.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vaccini per il Covid, miocarditi e pericarditi: che cosa dicono i dati

PerugiaToday è in caricamento