Come fare se prendi il Covid in vacanza in Italia e all'estero
Purtroppo i casi di infezione da Covid sono in risalita ovunque, ma le regole di comportamento sono diverse da stato a stato. Vediamo come bisogna comportarsi se malauguratamente si contrae il Covid mentre si è lontani da casa
Dopo due anni di restrizioni e rinunce a una vita sociale normale, molti italiani stanno tornando a fare delle ferie estive, ma questo momento coincide putroppo con il rialzo di casi di Covid, sebbene in una versione meno pericolosa per la salute complessiva (ma molto contagiosa). Nessuno vorrebbe mai ammalarsi e tanto più durante le vacanze, ma questo purtroppo può accadere. Vediamo allora come comportarsi nel caso in cui si contragga il Covid in vacanza, sia in Italia che all'estero.
Se prendi il Covid in vacanza in Italia...
In Italia l'isolamento per i positivi è obbligatorio. Se si prende il Covid in viaggio, anche se a pochi chilometri da casa, si deve restare per 7 giorni almeno nella località in cui si è. Hotel o b&b sono a proprio carico. Si resta "bloccati" fino al tampone negativo, anche da asintomatici. I test di verifica si può fare solo passati i sette giorni di isolamento. I compagni di viaggio, familiari o amici, se vaccinati possono muoversi indossando la mascherina di tipo Ffp2.
Se prendi il Covid in vacanza all'estero...
Diversa la faccenda se si è all'estero e si contrae il Covid. Sul sito Viaggiare sicuri della Farnesina si ricorda che "qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio di carattere sanitario, o comunque un rischio connesso all’emergenza sanitaria causata da Covid 19 (ad esempio, cancellazione di voli). In particolare, nel caso in cui sia necessario sottoporsi a test molecolare o antigenico per l’ingresso/rientro in Italia, si rammenta che i viaggiatori devono prendere in considerazione la possibilità che il test dia un risultato positivo. In questo caso, non è possibile viaggiare con mezzi commerciali e si è soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal Paese in cui ci si trova. Tali procedure interessano, secondo la normativa locale, anche i cosiddetti 'contatti' con il soggetto positivo, che sono ugualmente sottoposti a quarantena/isolamento dalle autorità locali e a cui non è consentito spostarsi. Si raccomanda, pertanto, di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a Covid".
Regno Unito
In caso di positività, le autorità sanitarie del Regno Unito raccomandano soltanto di rimanere a casa e di evitare contatti stretti con persone fragili per 5 giorni e portare la mascherina. I positivi possono però circolare liberamente. Per chi si contagia mentre è nel Regno Unito dunque nessun problema; si è liberi di stare in hotel come di uscire così come di ripartire quando programmato.
Francia
Le misure per entrare in Francia variano a seconda del Paese di rispettiva provenienza. L'Italia rientra tra i Paesi di colore "verde". Per l’ingresso in Francia dall’Italia tutti i viaggiatori dai 12 anni in poi hanno l’obbligo di presentare alternativamente:
- il certificato di completa vaccinazione;
- il certificato di guarigione (risultato positivo di un test molecolare o antigenico emesso da più di 11 giorni e non oltre 6 mesi. Tale certificato sarà valido per una durata di 6 mesi dalla data di realizzazione del test);
- l’esito negativo di un test effettuato meno di 72 ore o antigenico effettuato meno di 48 ore prima della partenza (imbarco nel caso di un vettore, oppure passaggio della frontiera terrestre).
Inoltre per coloro che viaggiano in aereo è necessario compilare il modulo di localizzazione digitale che potrà essere visualizzato sul proprio dispositivo mobile o stampato su carta.
Se ci si ammala, è obbligatorio l’isolamento per 7 giorni che diventano 5 senza sintomi e con un test negativo) e la sistemazione, in casa o hotel, è a carico del turista. Non sono previste strutture pubbliche per ospitare i positivi, solo gli ospedali in caso di necessità. Impossibile rimettersi in viaggio se non ci si è negativizzati.
Grecia
In questo Paese l'isolamento è obbligatorio almeno per cinque giorni, a partire da quello successivo alla diagnosi. Anche qui i costi sono a carico del turista. Vietato rientrare in Italia, per amici o familiari a contatto è obbligatoria la mascherina per 10 giorni. L’ambasciata suggerisce di compilare sempre il modulo Passenger locator form necessario per ottenere il certificato di tampone negativo e poter ripartire.
Spagna
La Spagna non impone particolari limiti. Per usare i mezzi pubblici non servono green pass o test. Ai positivi è solo raccomandato di evitare le interazioni sociali e usare la mascherina. Qualsiasi pronto soccorso o presidio medico pubblico è anche a disposizione dei turisti.
Stati Uniti
Nonsi può entrare negli Stati Uniti senza essere vaccinati, tranne che per i minorenni. Gli Usa hanno tolto l’obbligo di test negativo 48 ore prima dell’arrivo ma oltre all’Esta (il visto di ingresso) serve il certificato di vaccinazione. Ed è assolutamente consigliato partire con un’assicurazione. Se ci si ammala negli USA sono obbligatori cinque giorni di isolamento (a proprie spese) e l’assistenza sanitaria è a pagamento. Non si può tornare in Italia senza essere guariti.
Proprio perché la situazione è in continua evoluzione, è bene consultare la scheda della propria destinazione su ViaggiareSicuri e verificare eventuali aggiornamenti. Anche il sito web dell'Unione europea https://reopen.europa.eu offre informazioni aggiornate su ciascun Paese in merito a confini, mezzi di trasporto disponibili, restrizioni di viaggio, misure di salute e sicurezza pubblica, nonché altre informazioni pratiche.