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Martedì, 28 Marzo 2023
Salute

Mal di testa, come distinguere i vari tipi e come prevenirlo

Si calcola che una persona su due soffra di cefalea, vediamo quali sono i fattori scatenanti e come possiamo prevenire il problema

Scondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il mal di testa colpisce 1 persona su 2 con episodi che si verificano almeno una volta l’anno. Si tratta di un problema che colpisce ogni fascia d'età, con oltre il 40% dei ragazzi che è colpito da cefalea, mentre 10 bambini su 100 soffrono di emicrania, una forma comune di cefalea primaria. La cefalea si manifesta come un dolore localizzato, e talvolta invalidante, che colpisce il capo irradiandosi via via fino al collo. Può essere episodico, se ha una frequenza occasionale e sporadica, oppure cronico, quando compare con una frequenza elevata, per almeno 15 giorni al mese e per più di sei mesi. 

“In Italia – ha affermato il Prof. Alfredo Berardelli Presidente della SIN (Società Italiana di Neurologia) – ci solo 6 milioni di persone, ossia il 12% della popolazione, che soffrono di emicrania, una specifica tipologia di cefalea che si caratterizza per un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto. Si tratta di una patologia talmente debilitante che è stata identificata dall’OMS come la malattia che causa maggiore disabilità nella fascia di età tra 20 e 50 anni, ossia nel momento della vita in cui siamo più produttivi”.

Data l’eterogeneità di questa patologia (esistono centinaia di sottotipi di mal di testa, classificate in base alla localizzazione del dolore, alla sua intensità, ciclicità e insorgenza) è spesso difficile risalire alla causa scatenante.

Le cefalee primarie e secondarie

Le cefalee si distinguono i due diverse tipologie: le primarie e le secondarie. Le primarie sono disturbi non associati ad altre patologie, sono le più frequenti e includono l’emicrania, la cefalea di tipo tensivo, la cefalea a grappolo. Comportano differenze nella tipologia nel dolore, nell’intensità, nella collocazione nella testa, nella durata, nella frequenza e negli altri sintomi concomitanti. Le cefalee secondarie, invece, sono legate ad altre patologie, come, ad esempio, cefalea da trauma cranico e/o cervicale, da disturbi vascolari cerebrali (come l’ictus), da patologie del cranio non vascolari (come tumori cerebrali, ipertensione o ipotensione liquorale).

L’emicrania

Questo tipo di mal di testa comporta un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto. Chi ne soffre non riesce a svolgere nessuna delle attività quotidiane perché ogni azione aggrava il dolore e, a volte (emicrania con aura), gli attacchi vengono preceduti da disturbi neurologici come, ad esempio, sintomi visivi. La crisi si manifesta solitamente insieme ad altri disturbi come vomito e intolleranza alla luce e ai rumori e può durare da alcune ore a 2-3 giorni. Per due terzi dei casi l'emicrania colpisce le donne.

La cefalea di tipo tensivo

Questo tipo di cefalea, invece, presenta una intensità lieve-moderata, di tipo gravativo o costrittivo (classico cerchio alla testa) e dura da alcuni minuti o ore fino anche ad alcuni giorni, non aggravata dalle attività fisiche usuali e non associata, in genere, a nausea o vomito. È la forma più frequente di cefalea con una prevalenza di circa l’80%. Chi ne soffre risente in genere di fattori di predisposizione genetica o risente di fattori ambientali tra cui lo stress, l’affaticamento, cattive posture o riduzione delle ore di sonno.

La cefalea a grappolo

In ultimo, la cefalea a grappolo provoca attacchi dolorosi più brevi (1-3 ore) molto intensi e lancinanti che si susseguono 1 o più volte al giorno per un periodo di tempo di circa 2 mesi (grappolo), alternati a periodi senza dolore. L’area interessata è quella oculare e, al contrario delle altre due forme, sono gli uomini i più colpiti dalla cefalea a grappolo. In genere gli episodi si ripetono ciclicamente con una cadenza stagionale o di un paio di periodi all’anno.

Le cause del mal di testa

Nel caso delle cefalee primarie le cause sono da ricercare in genere nell’interazione di più fattori: predisposizione genetica, cause endogene (stress fisico ed emotivo, fumo, alcol, calo di zuccheri dovuto a un digiuno prolungato, iperglicemia, postura scorretta, malaocclusione, assunzione di farmaci, ecc), o fattori neuronali o vascolari, che innescano alterazioni, quali modificazione dei vasi sanguigni che irrorano il cervello (dilatazione, restrizione, compressione di arterie e vene), compressione, trazione o infiammazione dei nervi cranici; infiammazione delle meningi, ecc.

Le cefalee secondarie sono, invece, quasi sempre conseguenza di un trauma alla testa o di un sintomo aspecifico indicatore di una patologia più grave (casi rari), poiché il mal di testa è associato ad una serie di diverse condizioni determinate da molteplici cause.

Come si cura il mal di testa

Il mal di testa è un disturbo generalmente episodico, ma in alcuni casi può essere così forte da risultare invalidante. Quando è di lieve o moderata entità, i FANS (Farmaci Anti-infiammatori Non Steroidei) rappresentano i farmaci di prima linea per ridurre il fastidio, altre volte, invece, il mal di testa tende a scomparire solo dopo l'assunzione di farmaci antidolorifici. Come sappiamo, prevenire è meglio che curare per cui l'azione migliore da compiere è di agire sulle cause scatenanti, quindi riconoscere e modificare i fattori responsabili che, come visto, possono essere diversi: dallo stress emozionale e fisico a insufficiente apporto di cibo, dalla mancanza di sonno al dolore muscolare scheletrico, dal consumo di cibi specifici come vino e cioccolato alla cattiva postura, dai disturbi mandibolari all’abuso di analgesici.

Ma nell’ambito della cura delle cefalee c’è anche un’importante novità. “Grazie alla scoperta del meccanismo da cui si genera il dolore emicranico – ha dichiarato il Prof. Paolo Calabresi, Presidente SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee) – sono ormai entrate nella pratica clinica le nuove terapie a base di anticorpi monoclonali che stanno facendo registrare un importante cambio di passo nel trattamento della prevenzione dell’emicrania poiché queste terapie riducono il numero di attacchi nella forma episodica e risultano efficaci anche nelle forme più gravi come l’emicrania cronica e quella resistente ad altri farmaci usati in precedenza. A fronte di tutti questi benefici, inoltre, si verifica un numero molto scarso di effetti collaterali”.

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