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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Infertilità maschile, una ricerca ha scoperto le cause che la provocano

Uno studio italiano sui casi di azoospermia ha individuato nella mancata maturazione delle cellule somatiche maschili l'infertilità, associata anche a maggiore possibilità di insorgenza di malattie cardiovascolari e oncologiche

L'infertilità di coppia è un problema che affligge molte persone che sono alla ricerca di un figlio. Secondo i dati OMS, circa il 15% delle coppie (più di 1 su 10), oggi, non riesce a concepire nel corso di un anno di tentativi. Nel 50% dei casi il problema è maschile: la causa del problema sarebbe principalmente un insufficiente numero di spermatozoi nel liquido seminale, o la loro scarsa qualità, oancora la loro completa assenza (azoospermia). In particolare, quest'ultima condizione è causata da disfunzioni nel processo di formazione degli spermatozoi all’interno del testicolo, ed è la principale causa di infertilità di coppia da fattore maschile. I dati dicono che l'incidenza di questo poroblema nella popolazione è in crescita, almeno nei Paesi occidentali: negli ultimi 50 anni, per motivi ancora in larga parte sconosciuti, la conta degli spermatozoi risulta diminuita di circa il 50%. L'inquinamento ha certamente una responsabilità in questo processo. 

Questo dato allarmante è stato oggetto dello studio di un gruppo di ricercatori dell’Urological Research Institute (URI), l’Istituto di Ricerca Urologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, pubblicato sulla rivista Nature Communications. La ricerca ha fatto luce sulle cause del mancato sviluppo degli spermatozoi negli uomini azoospermici e sulle implicazioni per la salute complessiva e l’aspettativa di vita di chi ne soffre. Da quanro emerso, all’origine dell’infertilità maschile ci potrebbe essere un sviluppo sessuale mai completato, condizione che potrebbe contribuire anche a un maggior rischio di cancro e malattie cardiovascolari.

Dove vengono prodotti gli spermatozoi

La produzione di spermatozoi avviene all'interno dei testicoli, innanzitutto dove ci sono le cellule staminali germinali, le cellule progenitrici degli spermatozoi. La mancanza delle cellule germinali o una loro disfunzione può essere causa di infertilità maschile. "Le cellule germinali - spiega il Dr Massimo Alfano, che guida il laboratorio dove è stato condotto lo studio - non sono però le uniche attrici di questo processo, che avviene in un preciso microambiente extracellulare all'interno del testicolo. L'integrità di questo microambiente dipende da numerose altre cellule già specializzate, e dalle sostanze che esse producono come ormoni, fattori di trascrizione, ecc”.

La scoperta dei ricercatori

Sono proprio queste cellule somatiche a giocare un ruolo chiave nei pazienti azoospermici. E' quanto hanno dmistrato il gruppo di ricercatori coordinato dal Dr Alfano, responsabile del Gruppo di Ricerca Microambiente Extracellulare di URI, e il DR Andrea Salonia, Direttore di URI e Professore ordinario di Urologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele. Analizzando il loro tessuto testicolare attraverso tecniche di genomica ed epigenomica, in collaborazione con il Centro di Scienze Omiche del San Raffaele, gli scienziati hanno scoperto che in questi pazienti diverse popolazioni di cellule mostrano le caratteristiche tipiche dell'immaturità, come se lo sviluppo sessuale non avesse completato il suo corso. La conseguenza di questa condizione di immaturità cellulare è la produzione di un microambiente testicolare alterato, con meccanismi legati a senescenza cellulare (processo biologico involutivo associato all'invecchiamento, caratterizzato da modificazioni strutturali e dal decadimento di varie attività e funzioni fisiologiche) e infiammazione, che potrebbero contribuire a un maggior rischio di cancro, osservato clinicamente in questi pazienti. "Si tratta di risultati certamente preliminari e ottenuti su pochi campioni di tessuto (difficili da reperire, per ovvie ragioni), ma che sono in accordo con quanto osservato da altri gruppi di ricerca nel mondo e che iniziano a tracciare un quadro più chiaro del fenomeno dell'azoospermia e dell’estensione dell'infertilità maschile - spiega Alfano -. Un fenomeno che emerge, con ogni probabilità, già durante la pubertà o comunque precocemente”.

Il legame tra infertilità maschile e insorgenza di malattie cardiovascolari

“I meccanismi all’origine dell’infertilità maschile vanno studiati e compresi non solo per aiutare un numero sempre maggiore di coppie a concepire, ma perché oggi sappiamo che l’essere infertile per un maschio è un importante fattore predittivo dell’insorgenza di malattie croniche normalmente associate all’età avanzata e perfino di una ridotta aspettativa di vita”, spiega Andrea Salonia. Il legame tra infertilità maschile e insorgenza di malattie dell’invecchiamento appare sempre più evidente dagli studi epidemiologici degli ultimi 30 anni. La letteratura scientifica recente ha anche mostrato come, più in generale, ridotti numeri di spermatozoi siano fattori predittivi indipendenti della presenza di altre patologie. “Ci riferiamo  - continua il Dr Salonia - in particolare alle malattie cardiovascolari, tra cui l’ipertensione e il rischio di infarto; malattie metaboliche, come il diabete e l’obesità; malattie tumorali, innanzitutto quelle di ambito urologico, soprattutto tumori testicolari. Tutto questo fa sì che gli uomini con problemi di infertilità o con bassa conta spermatica risultino a maggior rischio di morte e abbiano una ridotta aspettativa di vita rispetto alla media”.

L’importanza di una diagnosi precoce

Il fatto che l'infertilità maschile sia con ogni probabilità dovuta alla mancata o insufficiente maturazione delle cellule del testicolo, ha delle implicazioni molto importanti. Dato che il fenomeno emerge in modo precoce, è chiaro che la possibilità di intervenireè molto ridotta: almeno per una percentuale di casi, la totale mancanza (nel caso dell'azoospermia) o la ridotta presenza di spermatozoi nel plasma seminale si presenta fin da giovani, se non giovanissimi. D'altro canto, questo significa che possiamo diagnosticare la condizione precocemente e costruire un percorso di monitoraggio e prevenzione personalizzata che permetta a questi pazienti di proteggere al meglio la propria salute.

"Esiste purtroppo ancora un tabù culturale, tutto maschile, sulla salute e la prevenzione in ambito urologico e riproduttivo. Spesso e volentieri gli uomini vanno dall'urologo e dall’andrologo solo per problemi di salute impossibili da ignorare o dopo aver tentato, magari per anni, di concepire senza successo - spiega Salonia -. La prevenzione in ambito uro-andrologico deve iniziare fin da giovani, come accade per le donne in ambito ginecologico. A maggior ragione vista la crescita nella popolazione di problemi di infertilità e viste le implicazioni più generali per la salute di queste persone. La consapevolezza è il primo passo per vivere una vita in benessere e per aumentare le possibilità, se e quando si vorrà, di poter avere dei figli", conclude l’esperto. 

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