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Martedì, 16 Aprile 2024
Salute

Meningite, che cosa è e come difendersi: le linee guida

Purtroppo non esiste solo il Coronavirus, ma ci sono altri agenti patogeni virali o batterici che possono mettere a repentaglio la salute. Vediamo da vicino come proteggersi o curarsi dalla meningite

L’attenzione di tutti in questi giorni è concentrata sull’epidemia del COVID-19, il Coronavirus, temibile soprattutto per la sua resistenza agli antibiotici attualmente disponibili. Restano però purtroppo sempre diffuse anche altre malattie, tra le quali la meningite. Anche questa è facilmente trasmissibile per contatti con persone malate.

Per evitare di dare informazioni fuorvianti e generare allarmismo, analizziamo - con le linee guida del Ministero della Salute - in cosa consiste la meningite, come riconoscerne i sintomi, come funzionano i vaccini, e molte altre informazioni utili. Inoltre, per dubbi e consigli, ci si può sempre rivolgere al proprio medico di base o alla Asl.

Cosa è la meningite

Si tratta di un'infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). Generalmente riconosce una causa infettiva, tuttavia esistono anche forme non infettive (esempio da farmaci, da neoplasia). La meningite infettiva può essere causata da virus, batteri e funghi o miceti.

Quella virale, detta anche meningite asettica, è la forma più comune; di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell'arco di 7-10 giorni. La forma batterica, invece, è più rara ma estremamente più grave e può avere anche conseguenze letali.

La meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.

Come si prende la meningite?

La malattia si trasmette da persona a persona attraverso le vie respiratorie, tramite le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla. Per venire cnotagiati è, comunque, necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. Infatti, la propagazione dell’agente patogeno generalmente non supera il raggio di due metri dalla fonte.

Va detto però che l'essere esposti a uno di questi patogeni non comporta necessariamente lo sviluppo della malattia. Per molti agenti patogeni (come meningococco, pneumococco ed emofilo), infatti, è frequente lo stato di portatore, cioè di individuo sano, nel cui faringe risiedono questi batteri, senza alcuna sintomatologia e senza un aumentato rischio di sviluppare la malattia.

I sintomi della meningite

Inizialmente possono comparire sintomi generici: sonnolenza, cefalea, inappetenza. In genere, però, dopo 2-3 giorni i sintomi peggiorano e compaiono nausea e vomito, febbre, pallore, fotosensibilità; segni tipici sono la rigidità della nuca e quella all'estensione della gamba.

Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono molto evidenti, mentre possono essere presenti pianto continuo, irritabilità e sonnolenza, al di sopra della norma, e scarso appetito. A volte si nota l'ingrossamento della testa, soprattutto nei punti non ancora saldati completamente (le fontanelle), che può essere palpato facilmente.

La meningite e la sepsi meningococca si possono anche presentare con forme fulminanti, con il peggioramento delle condizioni in poche ore, e la comparsa di petecchie (piccole macchie rossastre o violacee dovute a micro-emorragie dei vasi).

Il periodo di incubazione della meningite virale va dai 3 ai 6 giorni; per la forma batterica il periodo di incubazione può essere più lungo, dai 2 ai 10 giorni (tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria). La malattia è contagiosa soltanto durante la fase acuta e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio.

I bambini piccoli (al di sotto dei 5 anni di età) e anziani sono a rischio più elevato di contrarre infezione e malattia. Per quanto riguarda il sierogruppo B, la maggior parte dei casi si concentra fra i bambini più piccoli, al di sotto dell’anno di età.

La cura della meningite

Il trattamento deve essere immediato. La meningite batterica viene trattata con antibiotici; la cura è più efficace se il ceppo responsabile dell'infezione viene caratterizzato e identificato. Nel caso di meningiti virali, la terapia antibiotica non è appropriata, ma la malattia è meno grave e i sintomi si risolvono di solito nel corso di una settimana, senza necessità di alcuna terapia specifica, ma solo di supporto.

L’identificazione dell’agente che causa la malattia è importante, sia per orientare la terapia antibiotica del paziente sia per definire la necessità della profilassi dei contatti.

Quali sono i vaccini disponibili?

La vaccinazione è, certamente, lo strumento più efficace per la prevenzione della meningite batterica. In Italia sono disponibili diversi vaccini contro la meningite.

Ci sono tre tipi di vaccino anti-meningococco:

  • il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC): è il più frequentemente utilizzato e protegge solo dal sierogruppo C
  • il vaccino coniugato tetravalente: protegge dai sierogruppi A, C, W e Y
  • il vaccino contro il meningococco di sierogruppo B: protegge esclusivamente contro questo sierogruppo.
  • Altri vaccini contro forme batteriche di meningite sono quelli contro l'Haemophilus Influenzae B (emofilo tipo B) e contro lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco).

In genere la durata della protezione dipende dal tipo di vaccino e dall'età a cui viene somministrato. Infatti, mentre alcuni vaccini (come quello anti-epatite B) conferiscono una protezione duratura lungo tutto l'arco della vita, per altri vaccini, come quelli contro difterite e tetano, sono raccomandati richiami decennali. Riguardo ai vaccini anti-meningococcici, è stata inserita, nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, una dose di richiamo nell'adolescenza, in quanto è un'età a maggior rischio (se pur sempre molto basso) rispetto al resto della popolazione per rafforzare la risposta immunitaria ad una eventuale infezione.

La vaccinazione negli adulti non è indispensabile a meno che non siano presenti alcuni fattori di rischio (per esempio malattie croniche e immunodeficienza) o condizioni particolari (per esempio viaggi in zone a rischio). Chi ha dubbi è opportuno che si rivolga alla ASL o al proprio medico di base.

Quali sono i vaccini gratuiti, e quali a carico del paziente?

La scheda vaccinale attualmente in vigore prevede l'offerta gratuita della vaccinazione anti-meningococco C nei bambini che abbiano compiuto un anno di età, mentre è consigliato un richiamo, sempre gratuito, con vaccino tetravalente per gli adolescenti. Il vaccino tetravalente coniugato anti-meningococco A,C, W, Y è consigliato anche per gli adolescenti che non sono stati vaccinati da piccoli e dovrebbe comunque essere somministrato a chi si reca in Paesi ove sono presenti i sierogruppi di meningococco contenuti nel vaccino. Il vaccino contro il meningococco B è raccomandato e gratuito per i bambini sotto l'anno di età.

Anche il vaccino anti-Haemophilus influenzae b è raccomandato e gratuito per i bambini sotto l'anno di età.

Il vaccino è, inoltre, fortemente raccomandato in persone a rischio o perché affette da alcune patologie (talassemia, diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite o acquisite, asplenia, etc.), ed è consigliato anche in presenza di particolari condizioni (ragazzi che vivono in collegi, dormono in dormitori, reclute militari, e, come sopra accennato, per chiunque debba recarsi in regioni del mondo dove la malattia meningococcica è comune, come ad esempio alcune zone dell'Africa).

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