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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Bambini con fratelli maggiori hanno meno possibilità di sviluppare problemi comportamentali: in uno studio tedesco la conferma

La ricerca durata 10 anni ha osservato che la presenza in famiglia di fratelli/sorelle più grandi riduce la probabilità che i più piccoli sviluppino problemi cognitivi e comportamentali durante l’infanzia e in età adulta

Chi conosce un po' di pedagogia sa che l'età più importante per lo sviluppo cognitivo di un bambino è quella che va da 0 a 6a nni. In questi anni della loro vita, i bambini sviluppano infatti le capacità cognitive, sociali ed emotive alla base del loro sviluppo per l'età adulta.

In questa delicatissima fase della vita sono tanti i fattori di rischio e fattori benefici che entrano in gioco. In base alle origini evolutive della salute e della malattia (l’ipotesi di Barker), l'esposizione a fattori di stress ambientale nei periodi critici della vita, può riflettere conseguenze negative nel lungo termine per la salute e lo sviluppo dei bambini: secondo questa teoria, in particolare, malattie complesse e croniche dell’adulto rislagono addirittura all’epoca fetale e pediatrica.

Lo stress dei genitori, ad esempio, provocato da una varietà di fattori sociali e ambientali, può comportare gravi effetti a breve e lungo termine sui bambini, aumentando in loro rischio di ammalarsi e di soffrire di problemi comportamentali. 

Le famiglie, però, possono avere anche un'importante funzione protettiva e preventiva contro gli effetti negativi dello stress sullo sviluppo del bambino. In base a quanto dimostrato da diversi studi, ad esempio, la presenza di fratelli maggiori può ridurre l'insorgenza di problemi comportamentali nei bambini, o mitigare le conseguenze negative di eventi stressanti che i bambini vivono, per via del ruolo positivo che essi hanno nella crescita del fratello/sorella minore.

Un team di ricerca a Lipsia, composto da scienziati del Centro Helmholtz per la ricerca ambientale (UFZ), dell'Università di Lipsia (UL), dell'MPI per l'antropologia evolutiva (MPI EVA) e del Centro tedesco per la ricerca sulla biodiversità integrativa (iDiv), ha studiato il collegamento tra lo stress dei genitori e i problemi comportamentali del bambino e i benefici apportati dalla presenza dei fratelli/sorelle maggiori in maniera diretta o indiretta, sui bambini durante lo sviluppo. In particolare, i ricercatori hanno approfondito gli effetti di diversi fattori di stress socio-ambientali sui livelli di stress materno, la relazione dinamica tra lo stress materno (incluso lo stress prenatale) e i problemi comportamentali del bambino durante lo sviluppo, e la funzione protettiva e/o promozionale che i fratelli maggiori possono avere durante lo sviluppo del bambino. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica BMC Sanità Pubblica.

Lo studio

I ricercatori hanno utilizzato i dati longitudinali della coorte LINA (Stili di vita e fattori ambientali e la loro influenza sul rischio di allergie neonatali) studiando 373 coppie madre-bambino tedesche (188 figlie, 185 figli) dalla gravidanza fino ai 10 anni di età. Alle madri è stato chiesto di compilare tre questionari per valutare i loro livelli di stress e i problemi comportamentali del loro bambino (interiorizzazione ed esternalizzazione). Innanzitutto, i ricercatori hanno valutato quali fattori sociali e ambientali portavano un aumento dei livelli di stress materno durante la gravidanza e le conseguenze a lungo termine dello stress materno sull'insorgenza di problemi comportamentali del bambino. Secondariamente hanno valutato se la presenza dei fratelli avesse un effetto positivo sull'insorgenza di problemi comportamentali infantili, riducendo direttamente i livelli di stress e aumentando il benessere psicologico dei bambini, o attenuando indirettamente le conseguenze negative dello stress materno.

Lo stress prenatale può causare problemi cognitivi e comportamentali nel bambino

Quanto emerso dallo studio ha dimostrato che lo stress materno può avere un impatto negativo sullo sviluppo del bambino già in utero e anche prima del concepimento. Ciò, ovvero le conseguenze sullo sviluppo fetale, è possibile attraverso un aumento degli ormoni dello stress durante la gravidanza, l'infiammazione della placenta, ecc. Può, inoltre, modificare il sistema immunitario fetale, influenzare l'esito della nascita e portare a diverse malattie durante l'infanzia, come l'obesità o il respiro sibilante.

Inoltre lo stress prenatale può avere effetti negativi anche sullo sviluppo psicosociale della prole, nonché sullo sviluppo cerebrale e cognitivo, e potrebbe aumentare la probabilità di problemi comportamentali durante l’infanzia, inclusi deficit di attenzione o iperattività, disturbi della condotta comportando anche l'insorgenza di autismo, depressione e schizofrenia nei bambini. Le madri che nello studio avevano sperimentato livelli di stress elevati, come preoccupazioni, perdita di gioia o tensione, durante la gravidanza, avevano anche maggiori probabilità di segnalare l'insorgenza di problemi comportamentali interiorizzanti (es. ansia, scarsa autostima) e/o esternalizzanti (es. iperattività, aggressività) quando i loro figli avevano 7, 8 o 10 anni. 

L’importanza del contesto ambientale

Parzialmente in linea conquanto ipotizzato, i ricercatori hanno osservato che le madri hanno riportato livelli più elevati di stress quando non erano soddisfatte della qualità dell'ambiente in cui vivevano. In particolare, la mancanza di sufficienti aree sociali nel quartiere (compresi campi da gioco, luoghi di incontro per i giovani e attività culturali) comportava in maniera significativa livelli più elevati di stress materno. Al contrario, altri potenziali fattori di stress (ad es. scarsa qualità del rapporto con i vicini, scarsa qualità dell'ambiente naturale, scarsa sicurezza, mancanza di infrastrutture) non hanno comportato significativi livelli di stress materno.

Ricerche precedenti già avevano mostrato un legame coerente tra la qualità dell'ambiente (ad es. inquinamento atmosferico, mancanza di spazi verdi) e livelli di stress individuali. In questo studio, tuttavia, a esercitare un impatto più positivo sui livelli di stress materno è stata la presenza di luoghi di ritrovo sociale e di offerte culturali nel quartiere (piuttosto che la qualità dell'ambiente naturale).

“I risultati del nostro studio - ha spiegato Federica Amici (UL, MPI-EVA) - confermano le precedenti scoperte sull'impatto negativo che anche forme lievi di stress prenatale potrebbero avere sul comportamento del bambino, anche a distanza di anni, ed evidenziano l'importanza di politiche di intervento precoce che aumentino il benessere materno e riducano i rischi di stress materno già durante la gravidanza”.

I problemi comportamentali sono più frequenti tra i figli maschi 

Dall’analisi dei questionari è emerso che era più probabile che le madri riferissero problemi di comportamento del bambino maschio. I risultati non sorprendono poiché è stato più volte segnalato dagli esperti che i figli maschi mostrano più problemi comportamentali rispetto alle figlie femmine, soprattutto in termini di iperattività e mancanza di attenzione. 

“A nostro avviso, tuttavia - hanno dichiarato i ricercatori -, questi risultati dovrebbero metterci in guardia dal rischio che gli attuali questionari sul comportamento infantile possano classificare in modo inappropriato il comportamento maschile come problematico (o addirittura indicativo di gravi disturbi comportamentali), semplicemente perché i bisogni dei bambini (sia maschi che femmine) è improbabile che siano soddisfatte nelle moderne culture occidentali”.

I fratelli maggiori promuovono uno sviluppo sano del bambino

La ricerca tedesca ha anche riscontrato una minore incidenza di problemi comportamentali nei bambini con fratelli maggiori. In particolare, le madri, in assenza di fratelli e sorelle maggiori, indipendentemente dai loro livelli di stress e dal sesso del bambino, erano generalmente più propense a segnalare problemi di comportamento del bambino. Pertanto, i risultati dello studio suggeriscono che la presenza di fratelli più grandi in generale riduce la probabilità che i fratelli più piccoli sviluppino problemi comportamentali durante l’infanzia, ma non che mitighino in modo significativo lo stress materno.

“I bambini che hanno fratelli o sorelle maggiori nelle loro famiglie - ha spiegato Gunda Herberth (UFZ), coordinatrice dello studio - hanno meno probabilità di sviluppare problemi, il che suggerisce che i fratelli sono fondamentali per promuovere uno sviluppo sano del bambino”.

In che modo i fratelli maggiori riducono il rischio di problemi comportamentali nel bambino 

Nell'interazione con i fratelli maggiori, i bambini riescono a sviluppare migliori capacità emotive, di prospettiva e di risoluzione dei problemi, per via di una maggiore competenza sociale e comprensione emotiva anche più avanti nella vita. Inoltre, la presenza di fratelli maggiori può offrire opportunità di apprendimento per i genitori, che potrebbero così sviluppare aspettative diverse e migliori capacità genitoriali. I genitori con precedenti esperienze con figli adolescenti, ad esempio, hanno meno probabilità di aspettarsi problemi comportamentali durante l'adolescenza nei bambini più piccoli. Pertanto, una minore incidenza di problemi comportamentali nei bambini con fratelli maggiori può anche dipendere da aspettative diverse e da migliori capacità genitoriali.

"Siamo rimasti particolarmente colpiti dall'importante ruolo che i fratelli sembrano svolgere per uno sviluppo sano del bambino", ha concluso Anja Widdig (UL, MPI-EVA, iDiv) -. Ci auguriamo che i nostri risultati attirino l'attenzione sull'importanza delle politiche di salute pubblica che prendono di mira direttamente i bambini e i loro fratelli e promuovono un ambiente sano per il loro benessere e lo sviluppo di relazioni tra fratelli di alta qualità".

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