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Martedì, 16 Aprile 2024
Cura della persona

Arriva la "Maskne", l'acne da mascherina: come combatterla

L'uso prolungato dei DPI ha visto l'aumento esponenziale di queste forme di irritazione cutanea: ecco chi ne va soggetto e come affrontarla

I tmepi che viviamo ci segnano l'anima e... il corpo. Infatti, oltre al dramma del distanziamento sociale, della rinuncia ad abbracci e socialità e per i più giovani alla difficile didattica a distanza, arriva ora anche una nuova forma patologica, "battezzata con il termine di 'maskne', derivante dalla fusione delle parole 'mask' (mascherina) e acne". Lo spiega all'Adnkronos Salute Mauro Minelli, specialista in Immunologia clinica e Allergologia e co-coordinatore della Scuola di specializzazione medica in Scienze dalla nutrizione - Dipartimento di Studi europei Jean Monnet. "Si tratta, in sostanza, di una forma di acne reattiva, provocata dal prolungato utilizzo della mascherina in qualità di dispositivo di protezione individuale. Il trend di interesse verso questa patologia della pelle, emergente nella popolazione generale, sembra essere decisamente crescente, come risulta dalle consultazioni online che il termine fa registrare sui principali motori di ricerca". 

Acne da mascherina, chi rischia di più

Tra le persone maggiormente colpite dalla 'maskne' ci "sarebbero gli operatori sanitari, costretti ad uso prolungato della mascherina, e tutti quei soggetti che già presentano patologie cutanee del volto quali acne e rosacea, dermatiti seborroiche e periorali - ricorda Minelli - Ciò che provocherebbe di fatto la patologia, si pensa possa essere l’aumento della temperatura, che a sua volta porterebbe a una maggiore produzione di sebo, con contestuale variazione del microbiota cutaneo e formazione di papule e vescicole nelle sedi di applicazione del dispositivo".

Come combattere l'acne da mascherina 

I consigli per evitare che si verifichi "sono il frequente cambio della mascherina (a prescindere dall’utilizzo di una chirurgica o di una Ffp2), una frequente idratazione del viso con ridotto utilizzo di 'make-up', che favorirebbe ulteriori variazioni di pH cutaneo", suggerisce Minelli.

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