VISTI PER VOI. Il teatro della Filarmonica apre con 'Accabadora', monologo dal romanzo della Murgia
VISTI PER VOI. Il teatro della Filarmonica apre col monologo dal romanzo della Murgia. A portare in scena “Accabadora” (‘accoppatrice’) è Anna della Rosa, perfetta nel ruolo della popolana sarda il cui compito è quello di assecondare la dipartita di chi è sofferente e non riesce a compiere l’ultimo viaggio.
Una figura confermata dalla ricerca antropologica come sprigionata dai “racconti del focolare” e diffusa in varie culture, specie nel mondo ellenico antico o nel Salento. Una rudimentale forma di eutanasia, su cui pare che la Chiesa stessa chiudesse un occhio, in quanto vista in funzione pietosa. Soffocamento con un cuscino, colpo in testa o strozzamento rientrano fra le pratiche di cui si racconta (o si favoleggia?).
Il lavoro consta di una scena essenziale e una recitazione intensa che percorre tutta la gamma dei suoni e dei sentimenti: dal sussurro all’urlo.
Anna Della Rosa è dotata di robusta e raffinata espressività. Il testo è bello, anche se inferiore al libro e al film. L’accudimento finale della nipote-figlia adottiva risulta intenso e coinvolgente.
Alcuni passaggi, come la descrizione della città di Torino (in cui la protagonista esprime meraviglia, perché le strade sono tracciate ‘prima’ della costruzione degli edifici) sono di grande suggestione. Un lavoro ben scritto e ben proposto. Apprezzamento per una trasposizione (di Carlotta Corradi) che sa di reinvenzione e riscrittura di grande efficacia. Operazione peraltro coraggiosa e di notevole complessità, partendo da un testo di grande successo e consacrato dal Campiello. E chissà che la riscrittura di questo ‘testo’ non serva da ‘pretesto’ per un avvicinamento al romanzo di Michela Murgia? Operazione lodevole che mostra il nesso inscindibile fra teatro e letteratura.
La stagione corcianese riserverà altri gioielli che siamo impazienti di vedere.