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Il cardinale in visita al carcere, i detenuti esprimono il desiderio di Natale. "Vogliamo Sky". Bassetti: "Sarà il mio dono"

Dopo i ringraziamenti per la visita del cardinale Bassetti, presidente della Cei, i detenuti hanno espresso un desiderio. "Se la direzione del carcere Io consente l’avrete da me in dono”

Il Cardinale dalla parte degli ultimi. Anche quest'anno il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, è tornato a fare visita ai detenuti e alle detenute del carcere per vivere il Natale insieme a loro e alla polizia penitenziaria.  Insieme al cappellano padre Francesco, all’emerito don Saulo e ai padri francescani Angelo e Stefano, il cardinale ha celebrato l’Eucaristia alla presenza di numerosi detenuti e detenute, di diversi volontari dell’Associazione perugina di volontariato (Apv), promossa dalla Caritas diocesana, e di un folto gruppo di giovani religiose, novizie Alcantarine e postulanti delle Suore francescane di Gesù Bambino.

Alcuni detenuti e detenute hanno ringraziato il cardinale, ricambiando gli auguri natalizi con preghiere personali e piccoli doni fatti da loro, oltre a rivolgergli dei brevi ma toccanti discorsi. Un detenuto ha salutato e ringraziato il cardinale dicendo: “E’ bello sapere di non essere dimenticati, soprattutto sapere di essere perdonati”. Ha poi terminato con una richiesta a nome di tutti i detenuti: "Vorremmo avere Sky". Bassetti non ha esitato a rispondere: “Ho capito cosa mi chiedete, pur non essendo molto tecnologico, ma se la direzione del carcere Io consente l’avrete da me in dono”.

Al termine della celebrazione eucaristica, la direttrice del Carcere Bernardina Di Mario ha ringraziato il cardinale per la sua periodica presenza, “lanciando sempre un messaggio di attenzione molto forte della nostra realtà in città – ha precisato –, vicinanza testimoniata anche dalla presenza del presidente del Consiglio comunale Leonardo Varasano». Il rappresentante del massimo consesso democratico cittadino ha formulato i suoi auguri nel portare «l’abbraccio della città», perché "siamo un’unica famiglia: non esiste una famiglia fuori e una famiglia dentro”.

“I miei figli perugini – ha commentato il cardinale all’inizio della messa – apprezzano molto questo luogo, perché li vedo sempre più numerosi, come volontari, nello stare accanto a quanti sono in carcere. Anche questo è Natale, donarsi per l’altro sofferente e nel bisogno. Il carcere non può essere una famiglia, ma può avere alcuni suoi aspetti positivi per alleviare la sofferenza e trasmettere speranza; come la speranza alimentata dal presepe, luogo di amore, pace, giustizia, che sono i segni e i progetti di Dio che dobbiamo coltivare non solo a Natale”.

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