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Dal Codice Rocco al Codice Rosso… le leggi contro la violenza spiegate dal procuratore Fausto Cardella

E le ragazze del Pieralli raccontano come superare le barriere di genere

Dal Codice Rocco al Codice Rosso… le leggi contro la violenza spiegate dal procuratore Fausto Cardella. … E le ragazze del Pieralli raccontano come superare le barriere di genere.

Molto più di un semplice corso di aggiornamento, quello offerto in sinergia dall’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, dalla FNSI, dalla Regione Umbria e da vari soggetti, legati al ruolo di Consigliere di parità (nazionale, regionale). Sotto il garbato coordinamento della collega Vanna Ugolini si è dipanata, in sala Partecipazione di Palazzo Cesaroni, una straordinaria teaching session che ha visto come fruitori un nutrito gruppo di giornalisti. Anche quelli, come l’Inviato Cittadino, che poco amano le kermesse professionali. Ma pronti a levarsi tanto di cappello, di fronte alla qualità di un evento che ha fatto motivatamente registrare sold out e overbooking.

Cardella ha raccontato la propria esperienza in materia di lotta alle violenze di genere, tra lectio magistralis e affabulazione. A far capo dalla legge del Codice Rosso, in vigore dal 2009, che introduce il reato di stalking, come si definiscono genericamente gli atti persecutori declinati nelle diverse forme della violenza, “agìta” in specie contro l’altra metà del cielo. Ne ha sottolineato gli elementi innovativi, come le criticità, fra prescrizione e reato di revenge porn. Insomma: una visione dall’interno che ha aperto gli occhi su tanti aspetti legali, deontologici, umani.

Dal Codice Rocco al Codice rosso

Numerosi e interessanti gli interventi, anche sull’uso del linguaggio per raccontare fatti del genere, nella consapevolezza che “nomina sunt consequentia rerum” e che, in materia di così alta delicatezza, occorre usare prudenza, competenza, senso di responsabilità, deontologia. Lo ha specialmente sottolineato Silvia Garambois, presidente dell’Associazione GiULiA (Giornaliste unite libere autonome). Mentre Silvia Fornari, sociologa dello Studium perusinum, ha proposto i dati statistici di una sua significativa ricerca. Diversi e interessanti i contributi offerti dalle varie figure professionali.

Il successo formativo dell’evento, ha avuto la sua documentata caratura negli elaborati di ragazzi, e specialmente ragazze, del Liceo linguistico e delle scienze umane Pieralli, capitanate dalla dirigente Simona Zoncheddu.

In due gruppi, sotto il coordinamento di Sonia Montegiove, hanno proposto una riflessione per una campagna di comunicazione contro la violenza per la diffusione del Manifesto di Venezia. Due proposte per un post Instagram con la realizzazione di un manifesto in tema e la proposta di una serie di messaggi, letti e commentati con entusiasmo e freschezza. Una lezione fuori dalle mura scolastiche e, anche per questo, di sicuro effetto umano e culturale.

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